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Italie
Loi du 23 février 2001, no 38 Normes en
matière de protection de la minorité linguistique slovène (Norme in materia di tutela della minoranza slovena della Regione Friuli Venezia Giulia) Publié au Journal officiel no 56 du 8 mars 2001 |
La version française de cette loi provient d'une traduit de l'italien de Jacques Leclerc: Norme in materia di tutela della minoranza slovena del Friuli Venezia Giulia. Ce texte en français de la loi 38/01 n'a d'autre valeur que strictement informative.
Legge 23 febbraio 2001, n. 38
Norme a tutela della minoranza
linguistica slovena
della Regione Friuli Venezia Giulia(Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.56 dell.8 marzo 2001)
Articolo 1
Riconoscimento della minoranza slovena
1) La Repubblica riconosce e tutela i diritti dei cittadini italiani appartenenti alla minoranza linguistica slovena presente nelle province di Trieste, Gorizia e Udine, a norma degli articoli 2, 3 e 6 della Costituzione e dell'articolo 3 della legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1, recante approvazione dello Statuto speciale della regione Friuli - Venezia Giulia, in conformita' ai principi generali dell'ordinamento ed ai principi proclamati nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, nelle convenzioni internazionali e nei trattati sottoscritti dal Governo italiano.
2) Ai cittadini italiani appartenenti alla minoranza linguistica slovena si applicano le disposizioni della legge 15 dicembre 1999, n. 482, salvo quanto espressamente previsto dalla presente legge.
Articolo 2
Adesione ai principi della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie
1) Le misure di tutela della minoranza slovena previste dalla presente legge si ispirano, oltre che alla Convenzione - quadro per la protezione delle minoranze nazionali, fatta a Strasburgo il 1º febbraio 1995 e ratificata ai sensi della legge 28 agosto 1997, n. 302, ai seguenti princi'pi affermati nella Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, fatta a Strasburgo il 5 novembre 1992:
a) il riconoscimento delle lingue regionali o minoritarie come espressione di ricchezza culturale;
b) il rispetto dell'ambito territoriale di ciascuna lingua;
c) la necessita' di una risoluta azione di affermazione delle lingue regionali o minoritarie finalizzata alla loro alvaguardia;
d) la promozione della cooperazione transfrontaliera e interregionale anche nell'ambito dei programmi dell'Unione uropea.Articolo 3
Comitato istituzionale paritetico per i problemi della minoranza slovena
1) Con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, e' istituito entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge il Comitato istituzionale paritetico per i problemi della minoranza slovena, di seguito denominato "Comitato", composto da venti membri, di cui dieci cittadini italiani di lingua slovena.
2) Fanno parte del Comitato:
a) quattro membri nominati dal Consiglio dei ministri, dei quali uno di lingua slovena;
b) sei membri nominati dalla giunta regionale del Friuli Venezia Giulia, di cui quattro di lingua slovena designati dalle associazioni piu' rappresentative della minoranza;
c) tre membri nominati dall'assemblea degli eletti di lingua slovena nei consigli degli enti locali del territorio di cui all'articolo 1; l'assemblea viene convocata dal presidente del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge;
d) sette membri, di cui due appartenenti alla minoranza di lingua slovena, nominati dal consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia con voto limitato.
3) Con il decreto istitutivo di cui al comma 1 sono stabilite le norme per il funzionamento del Comitato. Il Comitato ha sede a Trieste.
4) Per la partecipazione ai lavori del Comitato e' riconosciuto ai componenti solo il rimborso delle spese di viaggio.
5) Per le finalita' di cui al presente articolo e' autorizzata la spesa massima di lire 98,5 milioni annue a decorrere dall'anno 2001.
Articolo 4
Ambito territoriale di applicazione della legge
1) Le misure di tutela della minoranza slovena previste dalla presente legge si applicano alle condizioni e con le modalita' indicate nella legge stessa, nel territorio in cui la minoranza e' tradizionalmente presente. In tale territorio sono considerati inclusi i comuni o le frazioni di essi indicati in una tabella predisposta, su richiesta di almeno il 15 per cento dei cittadini iscritti nelle liste elettorali o su proposta di un terzo dei consiglieri dei comuni interessati, dal Comitato entro diciotto mesi dalla sua costituzione, ed approvata con decreto del Presidente della Repubblica.
2) [...]
Articolo 5
Tutela delle popolazioni germanofone della Val Canale
Nel quadro delle disposizioni della legge 15 dicembre 1999, n. 482, e dei principi della presente legge, forme particolari di tutela sono garantite alle popolazioni germanofone della Val Canale, tenendo conto della situazione quadrilingue della zona, senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato.
Articolo 6
Testo unico
Il Governo e' delegato ad emanare, entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sentito il Comitato, un decreto legislativo contenente il testo unico delle disposizioni legislative vigenti concernenti la minoranza slovena della regione Friuli Venezia Giulia, riunendole e coordinandole fra loro e con le norme della presente legge.
Articolo 7
Nomi, cognomi, denominazioni slovene
1) Gli appartenenti alla minoranza slovena hanno il diritto di dare ai propri figli nomi sloveni. Essi hanno inoltre il diritto di avere il proprio nome e cognome scritti o stampati in forma corretta secondo l'ortografia slovena in tutti gli atti pubblici.
2) Il diritto alla denominazione, agli emblemi ed alle insegne in lingua slovena spetta sia alle imprese slovene sia alle altre persone giuridiche, nonche' ad istituti, enti, associazioni e fondazioni sloveni.
3) I cittadini appartenenti alla minoranza slovena possono ottenere il cambiamento del proprio nome redatto in lingua italiana e loro imposto anteriormente alla data di entrata in vigore della legge 31 ottobre 1966, n. 935, nel corrispondente nome in lingua slovena o in quello, sempre in lingua slovena, abitualmente usato nelle proprie relazioni sociali.
4) Ciascun cittadino il cui cognome sia stato in passato modificato o comunque alterato, che non sia in grado di esperire le procedure previste dalla legge 28 marzo 1991, n. 114, puo' ottenere il cambiamento dell'attuale cognome nella forma e nella grafia slovena, avvalendosi delle procedure previste dall'articolo 11 della legge 15 dicembre 1999, n. 482.
5) Il regio decreto-legge 10 gennaio 1926, n. 16, convertito dalla legge 24 maggio 1926, n. 898, e' abrogato.
6) I procedimenti di cambiamento del nome e del cognome previsti dal presente articolo sono esenti da ogni imposta, tassa o diritto, anche negli atti e procedimenti successivi al cambiamento. L'esercizio del diritto di cui al comma 2 non comporta l'applicazione di oneri fiscali aggiuntivi.
Articolo 8
Uso della lingua slovenanella pubblica amministrazione
1) Fermo restando il carattere ufficiale della lingua italiana, alla minoranza slovena presente nel territorio di cui all'articolo 1 e' riconosciuto il diritto all'uso della lingua slovena nei rapporti con le autorita' amministrative e giudiziarie locali, nonche' con i concessionari di servizi di pubblico interesse aventi sede nel territorio di cui all'articolo 1 e competenza nei comuni di cui all'articolo 4, secondo le modalita' previste dal comma 4 del presente articolo. E'riconosciuto altresi' il diritto di ricevere risposta in lingua slovena:
a) nelle comunicazioni verbali, di norma direttamente o per il tramite di un interprete;
b) nella corrispondenza, con almeno una traduzione allegata al testo redatto in lingua italiana.2) Dall'applicazione del comma 1 sono escluse le Forze armate e le Forze di polizia nell'espletamento dei rispettivi compiti istituzionali, salvo che per i procedimenti amministrativi, per le Forze armate limitatamente agli uffici di distretto, avviati a richiesta di cittadini di lingua slovena e fermo restando quanto stabilito dall'articolo 109 del codice di procedura penale. Restano comunque esclusi dall'applicazione del comma 1 i procedimenti amministrativi avviati dal personale delle Forze armate e di polizia nei rapporti interni con l'amministrazione di appartenenza.
3) Nei comuni di cui all'articolo 4 gli atti e i provvedimenti di qualunque natura destinati ad uso pubblico e redatti su moduli predisposti, compresi i documenti di carattere personale quali la carta di identita' e i certificati anagrafici, sono rilasciati, a richiesta dei cittadini interessati, sia in lingua italiana e slovena sia nella sola lingua italiana. L'uso della
lingua slovena e' previsto anche con riferimento agli avvisi e alle pubblicazioni ufficiali.4) Al fine di rendere effettivi ed attuabili i diritti di cui ai commi 1, 2 e 3, le amministrazioni interessate, compresa l'amministrazione dello Stato, adottano, nei territori compresi nella tabella di cui all'articolo 4, le necessarie misure, adeguando i propri uffici, l'organico del personale e la propria organizzazione interna, nel rispetto delle vigenti procedure di programmazione delle assunzioni di cui all'articolo 39 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni, ed entro i limiti delle risorse finanziarie disponibili ai sensi del presente articolo. Nelle zone centrali delle citta' di Trieste e Gorizia e nella citta' di Cividale del Friuli, invece, le singole amministrazioni interessate istituiscono, anche in forma consorziata, un ufficio rivolto ai cittadini ancorche' residenti in territori non previsti dall'articolo 4 che intendono avvalersi dei diritti di cui ai commi 1, 2 e 3.
[...]
Articolo 9
Uso della lingua slovena negli organi elettivi
1) Negli organi collegiali e nelle assemblee elettive aventi sede nei territori di cui all'articolo 4 e' riconosciuto il diritto all'uso della lingua slovena negli interventi orali e scritti, nonche' nella presentazione di proposte, mozioni, interrogazioni ed interpellanze, compresa l'eventuale attivita' di verbalizzazione. Le relative modalita' di attuazione sono stabilite dagli statuti e dai regolamenti degli organi elettivi.
2) A cura dell'amministrazione competente si provvede alla traduzione contestuale in lingua italiana sia degli interventi orali sia di quelli scritti.
3) I componenti degli organi e delle assemblee elettive possono svolgere le pubbliche funzioni di cui sono eventualmente incaricati anche in lingua slovena, a richiesta degli interessati.
4) Nei rapporti tra i pubblici uffici situati nei territori di cui all'articolo 4 e' ammesso l'uso congiunto della lingua slovena con la lingua italiana.
Articolo 10
Insegne pubbliche e toponomastica
1) Con decreto del presidente della giunta regionale, sulla base della proposta del Comitato e sentiti gli enti interessati, sono individuati, sulla base della tabella di cui all'articolo 4, i comuni, le frazioni di comune, le localita' e gli enti in cui l'uso della lingua slovena e' previsto in aggiunta a quella italiana nelle insegne degli uffici pubblici, nella carta ufficiale
e, in genere, in tutte le insegne pubbliche, nonche' nei gonfaloni. Le stesse disposizioni si applicano anche per le indicazioni toponomastiche e per la segnaletica stradale.
2) Per le finalita' di cui al presente articolo e' autorizzata la spesa massima di lire 128 milioni annue per gli anni dal 2001 al 2005.Articolo 11
Scuole pubbliche con lingua di insegnamento slovena
1) Per quanto non diversamente disposto dalla presente legge, continuano ad applicarsi le disposizioni di cui alle leggi 19 luglio 1961, n. 1012, e 22 dicembre 1973, n. 932. All'articolo 2, commi primo e secondo, della legge 22 dicembre 1973, n. 932, dopo le parole: "di lingua materna slovena" sono inserite le seguenti: "o con piena conoscenza della lingua slovena".
2) Fermo restando quanto stabilito dal terzo comma dell'articolo 1 della legge 19 luglio 1961, n. 1012, per la riorganizzazione delle scuole con lingua di insegnamento slovena si procede secondo le modalita' operative stabilite dagli articoli 2, 3, 4, 5 e 6 del decreto del Presidente della Repubblica 18 giugno 1998, n. 233, e nel rispetto delle competenze previste dagli articoli 137, 138 e 139 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, sentita la Commissione scolastica regionale per l'istruzione in lingua slovena di cui all'articolo 13, comma 3, della presente legge.
3) All'articolo 4 della legge 19 luglio 1961, n. 1012, sono aggiunte, in fine, le parole: "sentita la Commissione scolastica regionale per l'istruzione in lingua slovena".
4) Nell'ordinamento delle scuole con lingua di insegnamento slovena e' ammesso l'uso della lingua slovena nei rapporti con l'amministrazione scolastica, negli atti e nelle comunicazioni, nella carta ufficiale e nelle insegne pubbliche.
[...]
Articolo 12Disposizioni per la provincia di Udine
1) Nelle scuole materne site nei comuni della provincia di Udine compresi nella tabella di cui all'articolo 4, la programmazione educativa comprendera' anche argomenti relativi alle tradizioni, alla lingua ed alla cultura locali da svolgere anche in lingua slovena, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato.
2) Negli istituti di istruzione obbligatoria siti nei comuni di cui al comma 1 l'insegnamento della lingua slovena, della storia e delle tradizioni culturali e linguistiche locali e' compreso nell'orario curricolare obbligatorio determinato dagli stessi istituti nell'esercizio dell'autonomia organizzativa e didattica di cui all'articolo 21, commi 8 e 9, della legge 15 marzo 1997, n. 59. Detti istituti deliberano le modalita' di svolgimento delle suddette attivita' curricolari, stabilendone i tempi e le metodologie, nonche' i criteri di valutazione degli alunni e le modalita' d'impiego dei docenti qualificati. Al momento della preiscrizione i genitori comunicano alla istituzione scolastica interessata se intendono avvalersi per i
propri figli dell'insegnamento della lingua della minoranza.3) Nelle scuole secondarie delle province di Trieste, Gorizia e Udine, frequentate da alunni provenienti dai comuni di cui al comma 1, possono essere istituiti corsi opzionali di lingua slovena anche in deroga al numero minimo di alunni
previsto dall'ordinamento scolastico.4) Il Ministro della pubblica istruzione, sentita la Commissione di cui all'articolo 13, comma 3, fissa con proprio ecreto, per le attivita' curricolari di cui al comma 2, gli obiettivi generali e specifici del processo di apprendimento e gli standard relativi alla qualita' del servizio, definendo i requisiti per la nomina degli insegnanti.
5) La scuola materna privata e la scuola elementare parificata con insegnamento bilingue sloveno-italiano, gestite dall'Istituto per l'istruzione slovena di San Pietro al Natisone in provincia di Udine, sono riconosciute come scuole statali. Alle predette scuole si applicano le disposizioni di legge e regolamentari vigenti per le corrispondenti scuole statali. Per le finalita' di cui al presente comma e' autorizzata la spesa massima di lire 1.436 milioni annue a decorrere dall'anno 2001.
6) Nei comuni della provincia di Udine compresi nella tabella di cui all'articolo 4 e' prevista l'istituzione, sentito il Comitato e secondo le modalita' operative di cui al comma 2 dell'articolo 11, di scuole statali bilingui o con sezioni di esse, con insegnamento nelle lingue italiana e slovena, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato. Le misure da adottare per il funzionamento di tali scuole sono predisposte sentita la Commissione di cui all'articolo 13, comma 3.
[...]
Articolo 13Organi per l'amministrazione scolastica
1) Per la trattazione degli affari riguardanti l'istruzione in lingua slovena, presso l'ufficio scolastico regionale del Friuli Venezia Giulia e' istituito uno speciale ufficio diretto da un dirigente regionale nominato dal Ministro della pubblica istruzione tra il personale dirigenziale dei ruoli dell'amministrazione scolastica centrale e periferica e tra i dirigenti scolastici delle scuole con lingua di insegnamento slovena. Tale ufficio provvede a gestire i ruoli del personale delle scuole e degli istituti con lingua di insegnamento slovena.
2) Al personale dell'ufficio di cui al comma 1 e' richiesta la piena conoscenza della lingua slovena.
3) Al fine di soddisfare le esigenze di autonomia dell'istruzione in lingua slovena e' istituita la Commissione scolastica regionale per l'istruzione in lingua slovena, presieduta dal dirigente regionale di cui al comma 1. La composizione della Commissione, le modalita' di nomina ed il suo funzionamento sono disciplinati, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della pubblica istruzione, sentito il Comitato, entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge. La Commissione di cui al presente comma sostituisce quella prevista dall'articolo 9 della legge 22 dicembre 1973, n. 932, fatto salvo
quanto previsto dall'articolo 24 della presente legge.[...]
Articolo 14
Istituto regionale di ricerca educativa
1) Ai sensi dell'articolo 288 del testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado, approvato con decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, e' istituita apposita sezione dell'istituto regionale di ricerca educativa per il Friuli Venezia Giulia con competenza per le scuole con lingua di insegnamento slovena, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato. La composizione della sezione e il suo funzionamento sono disciplinati ai sensi del regolamento di riordino degli istituti regionali di ricerca educativa, previsto dall'articolo 21, comma 10, della legge 15 marzo 1997, n. 59, e dall'articolo 76 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, sentita la Commissione di cui all'articolo 13, comma 3.
Articolo 15
Istruzione musicale
1) Con decreto del Ministro dell'universita' e della ricerca scientifica e tecnologica, di concerto con il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, e' istituita, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, la sezione autonoma con lingua di insegnamento slovena del conservatorio di musica "Giuseppe Tartini" di Trieste. Con il medesimo decreto sono stabiliti i relativi organici del personale docente, amministrativo, tecnico ed ausiliario ed i relativi specifici ruoli; per un triennio su e da tali cattedre non sono consentiti trasferimenti e passaggi.
L'attuale organico di diritto del conservatorio di musica "Giuseppe Tartini" resta fermo per un triennio, fatta salva l'attivazione di nuovi insegnamenti e scuole nonche' la definitiva stabilizzazione del corso di lingua italiana per stranieri.
2) Con ordinanza del Ministero dell'universita' e della ricerca scientifica e tecnologica saranno fissate le modalita' di funzionamento e le materie della sezione autonoma di cui al comma 1, nonche' le modalita' di reclutamento del personale docente, amministrativo, tecnico ed ausiliario. [...]
3) Gli insegnanti della sezione autonoma di cui comma 1 fanno parte a pieno titolo del collegio dei professori del conservatorio, articolato in due sezioni, rispettivamente con insegnamento in lingua italiana e con insegnamento in lingua slovena. [...]
[...]
Articolo 16Istituzioni e attivita' della minoranza slovena
1) La regione Friuli Venezia Giulia provvede al sostegno delle attivita' e delle iniziative culturali, artistiche, sportive, ricreative, scientifiche, educative, informative e editoriali promosse e svolte da istituzioni ed associazioni della minoranza slovena. A tale fine, la regione consulta le istituzioni anche di natura associativa della minoranza slovena. Per le finalita' di cui al presente comma, e' data priorita' al funzionamento della stampa in lingua slovena. Per le finalita' di cui al presente comma lo Stato assegna ogni anno propri contributi, che confluiscono in un apposito fondo nel bilancio della regione Friuli Venezia Giulia.
2) [...]
Articolo 17Rapporti con la Repubblica di Slovenia
1) Il Governo assume le iniziative necessarie al fine di agevolare e favorire i rapporti tra le popolazioni di confine e tra la minoranza slovena e le istituzioni culturali della Repubblica di Slovenia e assicura lo sviluppo della cooperazione transfrontaliera e interregionale, anche nell'ambito delle iniziative e dei programmi dell'Unione europea.
Articolo 18
Teatro stabile sloveno
Fermo restando quanto previsto in materia dalla legislazione nazionale, il "Teatro stabile sloveno di Trieste - Slovensko stalno gledalisce" e' riconosciuto come organismo di produzione teatrale a gestione pubblica, anche agli effetti delle relative contribuzioni a carico dello Stato.
Articolo 19
Restituzione di beni immobili
1) La casa di cultura "Narodni dom" di Trieste - rione San Giovanni, costituita da edificio e accessori, e' trasferita alla regione Friuli Venezia Giulia per essere utilizzata, a titolo gratuito, per le attivita' di istituzioni culturali e scientifiche di lingua slovena. Nell'edificio di Via Filzi 9 a Trieste, gia' "Narodni dom", e nell'edificio di Corso Verdi, gia' "Trgovski dom", di Gorizia trovano sede istituzioni culturali e scientifiche sia di lingua slovena (a partire dalla Narodna in studijska Knjiznica - Biblioteca degli studi di Trieste) sia di lingua italiana compatibilmente con le funzioni attualmente ospitate nei medesimi edifici, previa intesa tra regione e universita' degli studi di Trieste per l'edificio di Via Filzi di Trieste, e tra regione e Ministero delle finanze per l'edificio di Corso Verdi di Gorizia.
[...]
Articolo 20
Tutela del patrimonio storico ed artistico
1) Ai fini di cui all'articolo 9 della Costituzione, la regione Friuli Venezia Giulia, le province ed i comuni compresi nella tabella di cui all'articolo 4 adottano misure di tutela anche nel rispetto delle caratteristiche peculiari delle localita' abitate dalla minoranza slovena, sia con riferimento ai monumenti storici ed artistici, sia con riferimento alle usanze tradizionali e ad altre forme di espressione della cultura della popolazione slovena, ivi compresi progetti di carattere interculturale.
2) Ai fini di cui al comma 1 gli enti interessati avviano adeguate forme di consultazione con le organizzazioni e le altre associazioni rappresentative della minoranza slovena.
Articolo 21
Tutela degli interessi sociali, economici ed ambientali
1) Nei territori di cui all'articolo 4 l'assetto amministrativo, l'uso del territorio, i piani di programmazione economica, sociale ed urbanistica e la loro attuazione anche in caso di espropri devono tendere alla salvaguardia delle caratteristiche storico-culturali.
2) Ai fini di cui al comma 1 e d'intesa con il Comitato, negli organi consultivi competenti deve essere garantita una adeguata rappresentanza della minoranza slovena.
[...]
Articolo 22
Organizzazioni e attivita' sindacali
Alle organizzazioni sindacali e di categoria che svolgono la loro attivita' prevalentemente in lingua slovena, le quali, per la loro consistenza e diffusione sui territori di cui all'articolo 4, abbiano carattere di rappresentativita' all'interno della minoranza, sono estesi, sentito il Comitato, in ordine all'esercizio delle attivita' sindacali in genere ed al diritto alla rappresentanza negli organi collegiali della pubblica amministrazione e degli enti operanti nei settori di interesse, i diritti riconosciuti dalla legge alle associazioni e alle organizzazioni aderenti alle confederazioni sindacali maggiormente rappresentative sul piano nazionale.
Articolo 23
Integrazioni alla legge 15 dicembre 1999, n. 482, in materia di tutela penale delle minoranze linguistiche
Dopo l'articolo 18 della legge 15 dicembre 1999, n. 482, e' inserito il seguente:
"Art. 18-bis. - 1. Le disposizioni di cui all'articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654, e successive modificazioni, ed al decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205, si applicano anche ai fini di prevenzione e di repressione dei fenomeni di intolleranza e di violenza nei confronti degli appartenenti alle minoranze linguistiche".
Articolo 24
Norma transitoria
Fino alla costituzione della Commissione di cui all'articolo 13, comma 3, le relative competenze sono esercitate dalla Commissione di cui all'articolo 9 della legge 22 dicembre 1973, n. 932, opportunamente integrata dal provveditore agli studi di Udine, o da un suo delegato, e da due cittadini di lingua slovena designati dal consiglio provinciale di Udine, con voto limitato.
Articolo 25Modifiche dell'ambito territoriale di applicazione della legge
1) La tabella di cui all'articolo 4 puo' essere modificata con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Comitato, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato.
2) Su proposta del Comitato le misure di tutela previste dalla presente legge si applicano, in quanto compatibili, anche al di fuori dei territori di cui all'articolo 4, in favore degli appartenenti alla minoranza slovena, quando si tratti di attivita' intese alla conservazione e promozione della loro identita' culturale, storica e linguistica, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato.
3) Ai cittadini di cui al comma 2 e' comunque garantito l'esercizio dei diritti di cui ai commi 1, 2 e 3 dell'articolo 8 limitatamente ai rapporti con gli enti sovracomunali gia' operanti secondo le modalita' previste dal comma 4 dell'articolo 8.4) L'elenco previsto dall'articolo 10 puo' essere modificato con decreto del Presidente della giunta regionale, sulla base della proposta del Comitato, e sentiti gli enti interessati.
Articolo 26
Disposizioni in materia elettorale
Le leggi elettorali per l'elezione del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati dettano norme per favorire l'accesso alla rappresentanza di candidati appartenenti alla minoranza slovena.
Articolo 27
Copertura finanziaria
[...]
Articolo 28
Disposizioni finali
1) Fermo restando quanto disposto dalla presente legge, rimangono in vigore le misure di tutela comunque adottate in attuazione dello Statuto speciale allegato al Memorandum d'intesa di Londra del 5 ottobre 1954, richiamato dall'articolo 8 del trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica socialista federativa di Jugoslavia, con allegati, ratificato, unitamente all'accordo tra le stesse Parti, con allegati, all'atto finale ed allo scambio di note, firmati ad Osimo (Ancona) il 10 novembre 1975, ai sensi della legge 14 marzo 1977, n. 73.
2) Nessuna disposizione della presente legge puo' essere interpretata in modo tale da assicurare un livello di protezione dei diritti della minoranza slovena inferiore a quello gia' in godimento in base a precedenti disposizioni.
3) Eventuali disposizioni piu' favorevoli rispetto a quelle previste dalla presente legge, derivanti dalla legislazione nazionale di tutela delle minoranze linguistiche, si applicano, sentito il Comitato, anche in favore della minoranza slovena e germanofona nella regione Friuli Venezia Giulia, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato.
4) Dall'attuazione della presente legge non potra' derivare alcun nuovo o maggiore onere per la finanza pubblica oltre a quelli massimi esplicitamente previsti dalla legge stessa e dalle altre leggi concernenti la tutela della minoranza slovena.
Article 29
Definizione
Ai fini della presente legge per frazione si intende un centro autonomo dotato di una propria individualita'.
La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sara' inserita nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.
Data a Roma, addi' 23 febbraio 2001
CIAMPI
Amato, Presidente del Consiglio dei MinistriLoi du 23 février 2001, no 38
Normes en matière de protection
de la minorité linguistique slovène
de la région du Frioul-Vénétie Julienne(Publié dans la Gazette officielle no 56, du 8 mars 2001)
Article 1
Reconnaissance de la minorité slovène
1) La République reconnaît et protège les droits des citoyens italiens appartenant à la minorité slovène présente dans les provinces de Trieste, Gorizia et Udine, en vertu des articles 2, 3 et 6 de la Constitution et l'article 3 de la Loi constitutionnelle du 31 janvier 1963, apportant l'approbation du Statut spécial de la région du Frioul-Vénétie Julienne, conformément aux principes généraux du règlement et aux principes de la Déclaration universelle des droits de l'homme, les conventions internationales et les traités signés par le gouvernement italien.
2) Les dispositions de la loi du 15 décembre 1999 s'appliquent aux citoyens italiens appartenant à la minorité slovène, sauf les dispositions prévues dans la présente loi.
Article 2
Adhésion aux principes de la Charte européenne des langues régionales ou minoritaires
1) Les mesures concernant la protection de la minorité slovène prévue dans la présente loi présente s'inspirent, sauf pour la Convention-cadre pour la protection des minorités nationales, faite à Strasbourg le 1er février 1995 et ratifiée par la loi 302 du 28 août 1997, ainsi que des principes suivants exposés dans la Charte européenne des langues régionales ou minoritaires faite à Strasbourg le 5 novembre 1992 :
a) la reconnaissance des langues régionales ou minoritaires comme expression de l'héritage culturel;
b) le respect du domaine territorial de chaque langue;
c) le besoin des actions spécifiques d'affirmation des langues régionales ou minoritaires visant à leur sauvegarde;
d) la promotion de la coopération transfrontalière et la coopération interrégionale, même dans le domaine des programmes de l'Union européenne.Article 3
Comité institutionnel paritaire pour les problèmes de la minorité slovène
1) Conformément au décret du président de la République et après délibération du Conseil des ministres, le Comité institutionnel paritaire pour les problèmes de la minorité slovène sera institué six mois après l'entrée en vigueur de la présente loi, et sera composé de 20 membres, dont dix citoyens italiens de langue slovène.
2) Font partie du Comité :
a) quatre membres nommés par le Conseil des ministres, dont un de langue slovène;
b) six membres nommés par la commission régionale du Frioul-Vénétie Julienne, dont quatre de langue slovène désignés par les associations les plus représentatives de la minorité ;
c) trois membres nommés par l'assemblée des élus de langue slovène dans les conseils des organismes locaux du territoire d'après l'article 1; l'assemblée est convoquée par le président du conseil régional du Frioul-Vénétie Julienne trois mois avant l'entrée en vigueur de la présente loi ;
d) sept membres, dont deux appartenant à la minorité de langue slovène, nommés par le conseil régional du Frioul-Vénétie Julienne avec droit de limité.3) Les règles de fonctionnement du Comité institutionnel paritaire pour les problèmes de la minorité slovène sont fixées selon l'alinéa 1 du décret constitutif. Le Comité a siège à Trieste.
4) Pour leur participation aux travaux du Comité, seul le remboursement des frais de voyage est reconnu aux membres.
5) Pour les fins du présent article, la dépense annuelle de 98,5 millions de lires est autorisée à partir de l'année 2001.Article 4
Espace territorial d'application de la loi
1) Les mesures de protection de la minorité slovène prévue dans la présente loi s'appliquent conformément aux conditions et modalités indiquées dans la loi elle-même, dans le territoire dans lequel la minorité est historiquement présente. Ce territoire inclut les municipalités, ou une partie d'entre elles, indiquées dans un tableau prévu, sur demande, d'au moins 15 % des citoyens inscrits dans les listes électorales ou sur la proposition d'un tiers des conseillers des municipalités intéressées et du Comité dix-huit mois avant sa constitution, et approuvée par décret du président de la République.
2) [...]
Article 5
Protection de la population germanophone du Val Canale
Dans le cadre des dispositions de la loi du 15 décembre 1999, no 482, et des principes de la présente loi, des formes spéciales de protection sont garanties aux populations de germanophones du Val Canale, en tenant compte de la situation quadrilingue de la zone, et sans nouveaux frais ni frais majeurs pour le budget de l'État.
Article 6
Texte unique
Le gouvernement est autorisé à produire, d'ici cent vingt jours après l'entrée en vigueur de la présente loi, d'après le conseil du Comité, un décret législatif contenant le texte unique des dispositions législatives en vigueur concernant la minorité slovène de la région du Frioul-Vénétie Julienne, en les réunissant et les coordonnant entre elles avec les règles de la présente loi.
Article 7
Noms, noms de famille et dénominations slovènes
1) Ceux qui appartiennent à la minorité slovène ont le droit de donner des noms slovènes à leurs enfants. Ils auront aussi le droit de faire écrire leurs noms et prénoms convenablement ou imprimé selon l'orthographe slovène dans tous les actes publics.
2) Le droit à la dénomination, aux emblèmes et enseignes en langue slovène revient aux entreprises slovènes ou aux autres personnes morales, non seulement aux instituts, organismes, associations ou fondations slovènes.
3) Les citoyens appartenant à la minorité slovène peuvent obtenir le changement de leur nom rédigés en italien, aussi bien que ceux imposés antérieurement à l'entrée en vigueur de la loi du 31 octobre 1966, no 935, dans leur nom correspondant en slovène ou indépendamment du nom employé dans les relations sociales en langue slovène.
4) Chaque citoyen dont le nom a été d'une façon ou d'une autre modifié ou altéré peut faire changer son nom actuel dans la forme et la graphie slovène, conformément aux procédures prévues dans l'article 11 de la loi du 15 décembre 1999, no 482.
5) Le décret-loi royal du 10 janvier 1926, no 16, 898, modifié par la loi du 24 mai 1926, no 898, est abrogé.
6) Les procédures de changement de prénom et de nom de famille prévus dans le présent article sont exempts de tout impôt, toute taxe ou tout droit, même dans les actes et procédures suivant le changement. L'exercice du droit en vertu de l'alinéa 2 ne comporte pas l'application de charges fiscales afférentes.
Article 8
Emploi de la langue slovène dans l'administration publique
1) Conformément au caractère officiel de la langue italienne, il est reconnu à la minorité slovène présente dans le territoire mentionné à l'article 1 le droit d'employer le slovène dans ses relations avec les autorités administratives et judiciaires locales, aussi bien qu'avec les fournisseurs concernés de services d'intérêt public installés dans le territoire mentionné à l'article 1 et les compétences des autorités et municipales mentionnées à l'article 4, selon les modalités prévues à l'alinéa 4 du présent article. Il est également reconnu le droit d'obtenir une réponse en slovène:
a) dans les communications verbales, directement ou bien au moyen d'un interprète;
b) dans la correspondance, avec au moins une traduction annexée et rédigée en italien.2) Les forces armées et la police, dans l'accomplissement de leurs tâches institutionnelles respectives, sont exclus de l'application des dispositions de l'alinéa 1 du présent article, sauf dans les procédures administratives, les forces armées de façon limitée dans les bureaux de district, sur demande des citoyens de langue slovène, et arrêtés en vertu de l'article 109 du Code de procédure pénale. De toute façon, restent exclues de l'application de l'alinéa 1 les procédures administratives engagées par le personnel des forces armées et la police dans les rapports internes avec l'administration d'appartenance.
3) Dans les municipalités mentionnées à l'article 4, les lois et les mesures de quelconque nature destinées à un usage public et rédigées sur des formulaires prévus, y compris les documents à caractère personnel tels que les cartes d'identité ou les certificats de l'état civil, sur demande des citoyens intéressés, soit en italien et en slovène soit dans la seule langue italienne. L'usage de la langue slovène est aussi prévue même en ce qui concerne les publications et les avis officiels.
4) Afin de rendre effectifs et efficaces les droits mentionnés aux articles 1, 2 et 3, les administrations concernées, incluant l'administration de l'État, adoptent les mesures nécessaires, en adaptant leurs propres bureaux, leur personnel et leur organisation interne, dans le respect des procédures en vigueur dans le respect des procédures en vigueur concernant la programmation des engagements en vertu de l'article 39 de la loi du 27 décembre 1997, no 449, et les modifications subséquentes, et dans les limites des ressources financières disponibles aux sens du présent article. Dans les zones centrales des villes de Trieste et de Gorizia et dans la ville de Cividale du Frioul, par contre, les administrations individuelles intéressées ouvrent un bureau destiné aux citoyens résidant dans les territoires prévus à l'article 4, s'ils entendent se servir des droits prévus aux alinéas 1, 2 et 3.
[...]
Article 9
Usage du slovène dans les organismes d'élection
1) Dans les organismes collégiaux et les assemblées électives situés dans les territoires mentionnés à l'article 4, il est reconnu le droit d'employer la langue slovène dans leurs interventions orales et écrites, aussi bien que dans la présentation de propositions, motions, interrogations et interpellations, incluant les éventuelles activités orales. Les modalités de leurs procédures respectives sont déterminées par les statuts et règlements des organismes électifs.
2) Les administrations compétentes sont autorisées à fournir des traductions contextuelles en italien soit des interventions orales soit des interventions écrites.
3) Les membres des organismes électifs et des assemblées peuvent développer leurs fonctions publiques dont ils sont finalement responsables même en slovène, à la demande des intéressés.
4) Dans les relations entre les bureaux publics situés dans les territoires mentionnés à l'article 4, il est permis d'employer le slovène à côté de l'italien.
Article 10
Enseignes publiques et toponymes
1) Par le décret du président du Conseil régional, sur la base de la proposition du Comité et après consultation des organismes intéressés, tel que spécifié sur la base du tableau incluse à l'article 4, les municipalités, les parties de communes, les localités et les organismes où il est prévu l'usage du slovène à côté de l'italien dans les enseignes des bureaux publics, dans les lettres officielles et, en général, dans toutes les enseignes publiques, les mêmes dispositions s'appliquent même pour les indications toponymiques et la signalisation routière.
2) Pour les fins du présent article, la plus grande dépense autorisée est de 128 million annuelles de lires pour les années de 2001 à 2005.
Article 11
Écoles publiques avec le slovène comme langue d'enseignement
1) Pour les cas non prévus dans la présente loi, les dispositions des lois du 19 juillet 1961, no 1012, et du 22 décembre 1973, no 932, continueront d'être appliquées. À l'article 2, les alinéas 1 et 2, de la loi du 22 décembre 1973, no 932, après que les mots «de langue maternelle slovène» sont insérés les suivants «ou avec pleine connaissance de la langue slovène».
2) En vertu des dispositions prévues à l'article 1.3 de la loi du 19 juillet 1961, no 1012, quant à la réorganisation des écoles avec le slovène comme langue d'enseignement, les procédures respecteront les modalités en vigueur prévues aux articles 2, 3, 4, 5 et 6 du décret du président de la République du 18 juin 1998, no 233, et en ce qui concerne les compétences prévues aux articles 137, 138 et 139 du décret législatif du 31 mars 1998, no 112, après que la consultation avec la commission scolaire régionale pour l'enseignement en slovène, conformément à l'article 13, alinéa 3, de la présente loi.
3) À la fin de la formulation de l'article 4 de la loi du 19 juillet 1961, no 1012, doivent être ajouté les mots suivants : «après consultation auprès de la Commission scolaire régionale pour l'instruction du slovène».
4) Dans le système des écoles avec le slovène comme langue d'enseignement, il est permis d'employer le slovène dans les rapports avec l'administration scolaire, dans les actes et les communications, les lettres officielles et les enseignes publiques.
[...]
Article 12
Dispositions pour la province d'Udine
1) Dans les écoles maternelles situées dans les communes de la province d'Udine comme il est indiqué dans le tableau de l'article 4, les programmes éducatifs comprendront également des sujets relatifs aux traditions locales et la culture, à être développés aussi en slovène et sans nouveaux frais ou frais majeurs pour le budget de l'État.
2) Dans les établissements d'enseignement obligatoires situés dans les municipalités mentionnées au premier paragraphe, l'enseignement de la langue slovène, de l'histoire et des traditions culturelles et linguistiques locales est compris dans le programme relatif au curriculum obligatoire déterminé par les mêmes établissements dans l'exercice de l'autonomie d'organisation et didactique prévue à l'article 21.8 et 21.9 de la loi du 15 mars 1997, no 59. Au moment de la pré-inscription, les parents communiquent à l'établissement d'enseignement concerné s'ils ont l'intention de donner à leur enfant l'instruction dans la langue de la minorité.
3) Les écoles secondaires des provinces de Trieste, de Gorizia et d'Udine, fréquentés par des élèves des communes mentionnées au paragraphe 1, peuvent instituer des cours facultatifs de slovène, même en dérogation au nombre minimal d'élèves prévu selon le règlement scolaire.
4) Le ministre de l'Instruction publique, après consultation auprès de la Commission mentionnée à l'article 13.3, fixe par décret, quant à aux activités relatives au curriculum mentionnées dans le deuxième paragraphe, les objectifs généraux et spécifiques du processus d'apprentissage et les standards relatifs à la qualité du service, en définissant les qualités requises pour la nomination des enseignants.
5) L'école maternelle privée et l'école primaire avec un enseignement bilingue slovène-italien, administrées par l'Institut pour l'enseignement slovène de Natisone San Pietro al Natisone dans la province d'Udine, sont reconnues comme des écoles d'État. À ces écoles annoncées, les dispositions des loi et règlements en vigueur pour les écoles d'État correspondantes s'appliquent. Pour les fins du présent paragraphe, la dépense la plus grande autorisée est annuellement de 1.436 million de lires à partir de l'an 2001.
6) Dans les communes de la province d'Udine, tel qu'indiqué au tableau mentionné à l'article 4, est prévu, après la consultation auprès du Comité, et conformément aux modalités en vigueur établies à l'article 11.2, l'établissement d'écoles d'État bilingues ou des sections de celles-ci, avec l'enseignement dans les langues italienne et slovène, sans frais nouveaux ou majeurs pour le budget de l'État. Les mesures adoptées pour le fonctionnement de ces écoles sont prévues par la Commission à l'article 13.3.
[...]
Article 13
Organismes pour l'administration scolaire
1) Pour le développement des affaires concernant l'enseignement en slovène, il est institué un bureau spécial près du bureau scolaire régional du Frioul-Vénétie Julienne dirigé par un directeur régional nommé par le ministre de l'Instruction publique parmi le personnel de direction de l'administration scolaire centrale et périphérique et parmi les dirigeants scolaires des établissements d'enseignement slovène. Un tel bureau continue de gérer le rôle du personnel des écoles et des instituts dont l'enseignement est en slovène.
2) Le personnel du bureau, tel que mentionné au premier paragraphe, doit avoir une pleine connaissance de la langue slovène.
3) Afin de satisfaire aux exigences d'autonomie de l'enseignement en slovène, la Commission scolaire régionale pour l'enseignement en langue slovène, est dirigée par un directeur régional tel que mentionné au paragraphe 1.
[...]
Article 14
Institut régional de recherche éducative
1) Conformément à l'article 288 du texte unique des dispositions législatives en vigueur en matière d'enseignement, relativement aux écoles de chaque niveau et de chaque catégorie, approuvée par le décret législatif du 16 avril 1994, no 297, une section spéciale de l'Institut régional de recherche éducative pour le Frioul-Vénétie Julienne est instituée avec des compétences pour les écoles dont le slovène est langue d'enseignement, sans frais nouveaux ou majeurs pour le budget de l'État.[...]
Article 15
Instruction musicale
1) Conformément au décret du ministre des Universités et de la Recherche scientifique et technologique, conformément au ministère du Trésor, des Budgets et des Programmes économiques, sont instituées les sections autonomes du Conservatoire de musique Giuseppe-Tartini de Trieste, dont le slovène est langue d'enseignement, trois mois après l'entrée en vigueur de la présente loi. Les organismes liés à l'enseignement, au personnel administratif, technique et auxiliaire et leurs rôles respectifs spécifiques sont également établis en vertu du même décret; pour les trois prochaines années, les transferts ne sont pas permis pour ces bureaux.
L'actuel droit organique du Conservatoire de musique Giuseppe-Tartini est arrêté pour trois ans et économise l'activation de tout nouvel enseignement, sauf pour les écoles du cours de langue italienne pour les étrangers.2) Les modalités de fonctionnement et les questions liées à la section autonome mentionnée au paragraphe 1, aussi bien que les modalités de recrutement du personnel enseignant, du personnel administratif, technique et auxiliaire, sont fixées par règlement du ministère des Universités et de la Recherche scientifique et technologique. [...]
3) Les enseignants de la section autonome tel que mentionné au paragraphe 1 font partie de plain droit du collège des professeurs du conservatoire, articulé en deux sections respectivement consacrées à l'enseignement en italien et à l'enseignement en slovène. [...]
[...]
Article 16
Établissements et activités de la minorité slovène
1) La région du Frioul-Vénétie Julienne soutient les activités des initiatives culturelles, artistiques, sportives, récréatives, scientifiques, éducatives, informatives et éditoriales promues et développées par les établissements et associations de la minorité slovène. Pour les fins du présent paragraphe, l'État assigne à chaque année ses contributions qu'ils place dans un fonds approprié dans le budget de la région du Frioul-Vétie Julienne.
2) [...]
Article 17
Relations avec la république de Slovénie
Le gouvernement assume les initiatives nécessaires afin de faciliter et favoriser les relations entre les populations frontalières et entre la minorité slovène et les institutions culturelles de la république de Slovénie, et garantit le développement de la coopération transfrontalière et interrégionale, aussi bien que dans le domaine des initiatives et programmes de l'Union européennes.
Article 18
Théâtre slovène municipal
Conformément à la législation nationale, le «théâtre slovène municipal de Trieste-Slonensko stalno gledalisce» est reconnu comme un organisme public de production théâtrale, aussi bien que dans dans ses effets relativement aux contributions de l'État.
Article 19
Restitution de biens immobiliers
1) La maison de la culture «Narodni dom» de Trieste - le quartier de Giovanni San, constitué d'un édifice et d'annexes, est transférée à la région du Frioul-VénétieJulienne pour être utilisée, à titre gratuit, pour les activités des établissements culturels et scientifiques de langue slovène. Dans l'édifice de la Via Filzi 9 de Trieste, précédemment connu comme le «Narodni dom» et l'édifice du Corso Verdi, précédemment connu comme le «Trgovski dom» de Gorizia, sert de quartier général pour les établissements culturels et scientifiques soit de langue slovène (à partir de la Narodna dans studijska knjiznioa - la Bibliothèque des études de Trieste) soit de langue italienne, en compatibilité avec les fonctions actuellement présentes dans les mêmes édifices, d'après l'accord entre la région et l'Université des études de Trieste pour l'édifice de la Via Filzi de Trieste, et entre la région et le ministères des Finances pour l'édifice du Corso Verdi de Gorizia.
[...]
Article 20
Protection du patrimoine historique et artistique
1) Conformément aux fins de l'article 9 de la Constitution, la région du Frioul-Vénétie Julienne, les provinces et les communes comprises dans le tableau de l'article 4 adoptent aussi des mesures de protection dans le respect des caractéristiques spécifiques de la localité habitée par la population slovène, soit avec références aux monuments historiques et artistiques, soit aux usages traditionnels et à d'autres formes d'expression de la culture de la population slovène comprenant des projets à caractère interculturel.
2) Conformément aux buts du premier paragraphe, les organismes intéressés entament des formes adéquates de consultation avec les organisations et autres associations représentatives de la minorité slovène.
Article 21
Protection des intérêts sociaux, économiques et environnementaux
1) Dans les territoires prévus à l'article 4, l'organisme administratif, l'usage du territoire, les projets de programme économique, social et urbanistique, et leur réalisation même en cas d'expropriations doivent tendre à la sauvegarde des caractéristiques historico-culturelles.
2) Aux fins du paragraphe 1 et en accord avec le Comité, les organismes de consultation compétents doivent garantir une représentation adéquate de la minorité slovène.[...]
Article 22
Syndicats et activités
Aux organisations syndicales et aux associations qui exercent leurs activités principalement en slovène, lesquelles, en raison de leur importance et de leur diffusion sur les territoires mentionnés à l'article 4, ont un caractère de représentativité au sein de la minorité, sont étendus, an accord avec le Comité, en conformité avec l'exercice des activités syndicales en général et au et au droit à la représentation dans les organismes collégiaux de l'Administration publique et des organismes opérant dans les secteurs des intéressés, des droits sont reconnus aux associations et organisations adhérant aux confédérations syndicales plus représentatives au niveau national.
Article 23
Intégration dans la loi du 15 décembre 1999, no 482, des questions en matière de protection pénale de la minorité linguistique
À la fin de l'article 18 de la loi du 15 décembre 1999, no 482, doit être ajouté ce qui suit :
«Art. 18-bis. - 1. Les dispositions de l'article 3 de la loi du 13 octobre 1975, no 654, et les modifications ultérieures et le décret du 26 avril 1993, no 122, qui est devenu après modifications la loi du 25 juin 1993, no 205, s'applique aussi aux fins de prévention et de répression des phénomènes d'intolérance et de violence relativement aux membres appartenant aux minorités linguistiques.»
Article 24
Règle transitoire
Jusqu'à l'instauration de la Commission prévue au paragraphe 3 de l'article 13, les compétences relatives sont exercées par la Commission, conformément à l'article 9 de la loi du 22 décembre 1973, no 932, sous la juridiction du surintendant aux études d'Udine ou de son délégué, et de deux citoyens de langue slovène désigné par le Conseil provincial d'Udine, avec doit de vote limité.
Article 25
Modifications de l'espace territorial d'application de la loi
1) Le tableau mentionné à l'article 4 peut être modifié par décret du président de la République, après une proposition du Comité et sans frais nouveaux et majeures pour le budget de l'État.
2) Sur proposition du Comité, les mesures de protection prévues dans la présente loi s'appliquent, chaque fois que c'est compatible, à l'extérieur des territoires mentionnés à l'article 4, en faveur des membres appartenant à la minorité slovène, lorsqu'on traite des activités conformes à la conservation et la promotion de leur identité culturelle, historique et linguistique, sans frais nouveaux et majeurs pour le budget de l'État.
3) Les citoyens dont il est fait mention au paragraphe 2 ont de toute façon la garantie à l'exercice des droits décrits aux paragraphes 1, 2 et 3 de l'article 8 de manière limitée aux relations avec les organismes supra-régionaux fonctionnant déjà selon les modalités prévues à l'article 8.4.
4) La liste prévue à l'article 10 peut être modifiée par décret du président de la Junte régionale sur la base d'une proposition du Comité et des organismes intéressés.
Article 26
Dispositions en matière électorale
Les lois électorales pour l'élection du Sénat de la République et la Chambre des députés dictent les règles pour favoriser l'accès à la représentation des candidats appartenant à la minorité slovène.
Article 27
Couverture financière
[...]
Article 28
Dispositions finales
1) Selon ce que la loi présente établit, les mesures de protection adoptées par la loi spéciale attachée au Mémorandum des accords de Londres du 5 octobre 1954, mentionné dans le traité entre la République italienne et la République socialiste fédérative de Yougoslavie, avec les annexes, ratifié à côté de l'accord entre les mêmes deux parties, avec ses annexes, à l'acte final et à l'échange de notes, signé à Osimo (Ancone) le 10 novembre 1975, conformément à la loi du 14 mars 1977, no 73, restent en vigueur.
2) Aucune des dispositions de la présente loi ne peut être interprétée de façon telle qu'elle assure un niveau inférieur de protection pour la minorité slovène que ceux dont elle a bénéficié sur la base des dispositions précédentes.
3) D'éventuelles dispositions plus favorables à celles prévues par la présente loi, dérivant de la législation nationale relative à la protection des minorités linguistiques, s'appliquent, après consultation du Comité, en faveur du slovène et des minorités de langue allemande, sans frais nouveaux ou majeurs pour le budget de l'État.
4) La réalisation de la présente loi ne peut occasionner de nouveaux frais ou importants pour les finances publiques, sauf ceux plus élevés et explicitement prévus par la même loi et toute autre loi concernant la protection de la minorité slovène.
Article 29
Définition
Au fins de la présente loi, une section doit être comprise comme un centre autonome ayant des particularités spécifiques individuelles.
La présente loi, munie du sceau de l'État, sera insérée dans le Recueil officiel des actes normatifs de la République italienne. Obligation est faite à quiconque de la respecter et de la faire respecter comme une loi de l'État.
Donnée à Rome, le 23 février 2001
CIAMPI
Amato, président du Conseil des ministres
L'Italie - Frioul-Vénétie Julienne