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Province autonome du Trentin
Loi
provinciale du 13
février 1997, n° 4
(Insegnamento della lingua e cultura ladina
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Cette loi de 1997 de la province autonome de Trento est destinée à l'enseignement de la langue et de la culture ladines dans les localités ladinophones. Il s'agit en fait d'un véritable programme pédagogique de l'enseignement de la langue.
Selon le système d'éducation en usage en Italie (sur l'avis de Mme Tina Célestin), l'école obligatoire (scuola dell’obbligo) est constituée par l’école primaire et l’école secondaire (fort probablement le premier cycle de l’école secondaire). L’école secondaire est celle fréquentée par les jeunes entre 12 et 14 ans. Bref, la Scuola media (mot à mot «école moyenne» ou «intermédiaire») correspondrait à l'école secondaire. Soulignons que la réorganisation des études ou de l’instruction a transformé les dénominations utilisées; c'est pourquoi il convient donc d'être prudent dans la traduction.
Enfin, l'esame di licenza ou la licenza correspond à un diplôme obtenu après avoir réussi un examen qui a lieu à la fin d’un cycle d’études. Il y a par conséquent un «examen de fin d'études primaires» et un examen de fin d'études secondaires» obligatoire (scuola media). On dit qu’un examen de fin d’études est un Esame di Stato («examen d’État»).
La loi no 4 de 1997 compte trois parties dans l'Annexe A :
- Partie I : Programmes des langue et culture ladines pour l'enseignement obligatoire
- Partie II : Programmes de langue et de culture ladines pour l'école primaire
- Partie III : Programmes de langue et de culture ladines pour l'école secondaire
Legge provinciale 13 febbraio 1997, n. 4 (b.u. 25 febbraio 1997, n. 10) Articolo 1 Introduzione dell'insegnamento della
lingua e cultura ladina nella scuola dell'obbligo 2. L'insegnamento obbligatorio della lingua e cultura ladina viene impartito dalla prima classe della scuola elementare e dalla prima classe della scuola media in modo graduale a partire dall'anno scolastico 1997/98 e comunque in relazione alle risorse disponibili e alla formazione degli insegnanti. 3. Il comitato provinciale di valutazione del sistema scolastico di cui all'articolo 7 della legge provinciale 9 novembre 1990, n. 29, come modificato dall'articolo 6 della legge provinciale 16 ottobre 1992, n. 19, provvede alla valutazione degli effetti derivanti dall'applicazione della presente legge nel suo complesso, sul piano amministrativo, organizzativo, didattico, nonché sugli apprendimenti conseguenti all'applicazione dei programmi di lingua e cultura ladina. A tal fine il comitato provvede alla redazione ogni tre anni di una apposita relazione e la invia alla Giunta provinciale per una verifica dell'impatto dell'applicazione della legge e per l'adozione di eventuali provvedimenti migliorativi di competenza (1). Allegato A (articolo 1) (2) Parte I
Programmi di lingua e cultura ladina per la scuola
dell'obbligo La lingua e cultura ladina viene inserita nel programma didattico della scuola elementare e della scuola media della Val di Fassa. La ragione di tale inserimento va trovata anzitutto nell'articolo 3 della Costituzione, nell'articolo 102 dello statuto speciale per il Trentino - Alto Adige e infine nell'articolo 2 del decreto legislativo 16 dicembre 1993, n. 592 (3). La lingua ladina viene aggiunta alle altre lingue già insegnate nella scuola dell'obbligo in tutta la provincia di Trento per non discriminare gli alunni della Val di Fassa sia in termini di mobilità (i trasferimenti da e verso altre scuole sarebbero stati difficili) sia verso la pluralità culturale del mondo moderno e dell'Unione europea, anche con particolare riferimento alla vicina area centro europea, che ha comportato la scelta dell'insegnamento generalizzato del tedesco nella scuola dell'obbligo (cfr. premessa ai programmi di lingua straniera per la scuola dell'obbligo). Poiché il bilinguismo è una realtà diffusa sia nella valle sia nelle scuole materne, l'introduzione della lingua ladina non produce un eccessivo carico psicolinguistico: al bambino non viene chiesto di iniziare "ex novo" l'acquisizione della lingua ladina, ma più semplicemente di sistematizzare e completare la padronanza di tale lingua che, almeno in maniera ricettiva, è in parte presente nella sua mente. Se si considera inoltre che il ladino viene già insegnato, almeno in maniera sperimentale, nelle scuole materne della valle, non si verifica un eccesso di novità per il bambino all'ingresso in prima elementare, in quanto tra materne ed elementari si realizza un processo di continuità. In conclusione, un modello di educazione linguistica che include la lingua materna (in prevalenza ladina e residualmente italiana), la lingua seconda (italiana o ladina) e la lingua straniera (tedesco) è giustificato sul piano culturale e non presenta particolari problemi sul piano psicolinguistico; al contrario, come dimostrato dall'esperienza condotta in numerosi paesi, un sistema complesso come quello proposto per la Val di Fassa permette di conseguire una maturazione sia linguistica (che si trasferisce anche sulla qualità dell'apprendimento della lingua nazionale, l'italiano) sia cognitiva, che per il meccanismo psicodidattico noto come "transfer" si riflette su tutto lo spettro delle discipline insegnate, linguistiche e non. Il ladino e l'educazione linguistica L'insegnamento della lingua ladina si inserisce nel quadro dell'alfabetizzazione culturale e più specificamente dell'educazione linguistica, così come essa è delineata nei programmi ministeriali del 1979 per la scuola media, del 1985 per la scuola elementare e nei programmi provinciali del 1995. L'educazione linguistica riguarda, sia pure in diversa misura, tutte le discipline e le attività, e, in particolare, tende sia a far acquisire all'alunno, come suo diritto fondamentale, l'uso del linguaggio in tutta la varietà delle sue funzioni e delle sue forme, sia a garantire lo sviluppo delle capacità critiche nei confronti della realtà. L'uomo infatti si avvale principalmente della lingua per organizzare la propria comprensione della realtà e per comunicarla, esprimerla, interpretarla. Con la lingua l'uomo arricchisce il suo dato interiore e ordina, chiarisce ed adegua lo strumento della comunicazione verbale. Di questa devono essere analizzate forme, strutture, genesi ed evoluzione storica e deve anche essere colto il significato evocatore di civiltà e di esperienze umane, culturali e sociali. L'educazione linguistica viene perseguita in maniera specifica nelle ore dedicate all'insegnamento dell'italiano, del ladino e delle lingue straniere. Nell'ambito dell'educazione linguistica, l'insegnamento dell'italiano e del ladino mirano a far conseguire specificamente il possesso dinamico della lingua. Accanto all'italiano e al ladino, ciascuna delle quali può essere lingua prima e seconda nella formazione dei singoli allievi, si insegnano due lingue straniere. Esse hanno il compito di contribuire, in armonia con le altre discipline, alla conquista delle capacità espressive e comunicative degli alunni, anche mediante l'allargamento degli orizzonti culturali, sociali e umani, reso possibile dal contatto che la conoscenza delle lingue straniere consente con realtà storiche e socio-culturali diverse da quella italiana e ladina. |
Loi provinciale du 13 février 1997, n° 4 (Bulletin officiel du 25 février 1997, no 10) Article 1er Présentation de l'enseignement de la langue et de la
culture ladines à l'école 2. L'enseignement obligatoire de la langue et la culture ladines est dispensé à partir de la première année de l'école primaire et de la première de l'enseignement secondaire de manière progressive à partir de l'année scolaire 1997-1998 et de toute façon en tenant compte des ressources disponibles et de la formation des enseignants. 3. Le comité provincial de l'évaluation du système scolaire visé à l'article 7 de la loi provinciale du 9 novembre 1990, no 29, tel que modifié à l'article 6 de la loi provinciale du 16 octobre 1992, no 19, prévoit l'évaluation des effets de l'application de la présente loi dans son ensemble, sur les plans de l'administration, de l'organisation didactique et de l'apprentissage conséquent à l'application des programmes de langue et de culture ladines. À cette fin, le comité prévoit, tous les trois ans, la rédaction d'un rapport spécial et l'envoie à la Junte provinciale pour vérifier l'impact de l'application de la loi et adopter éventuellement des améliorations possibles relatives à la maîtrise (1). Annexe A (article 1) (2) Programmes des langue et culture ladines pour l'enseignement obligatoire La langue et la culture ladines est incorporé dans le programme du primaire et de l'enseignement secondaire dans le Val di Fassa. La raison de cette intégration se trouve principalement à l'article 3 de la Constitution, à l'article 102 du Statut spécial pour le Trentin-Haut-Adige, puis à l'article 2 du décret législatif du 16 décembre 1993, no 592 (3). La langue ladine est ajoutée à d'autres langues déjà enseignées à l'école obligatoire de la province de Trento afin de ne pas discriminer les élèves du Val di Fassa en termes de mobilité (les transferts vers d'autres écoles serait difficile) et vers la diversité culturelle du monde moderne et l'Union européenne, avec une référence particulière à la région voisine de l'Europe centrale, qui a conduit au choix de l'enseignement généralisé de l'allemand dans l'enseignement obligatoire (voir l'introduction aux programmes de langue étrangère pour l'enseignement obligatoire). Puisque le bilinguisme est une réalité répandue dans la vallée aussi bien dans les écoles maternelles, l'introduction de la langue ladine ne produit pas de charge psycholinguistique excessive : les enfants ne sont pas tenus de recommencer l'acquisition du langage «à nouveau», mais plus simplement d'organiser et d'achever la maîtrise de cette langue qui, au moins de manière réceptive, est en partie présente dans leur esprit. Si l'on considère que le ladin est déjà enseigné au moins à titre expérimental dans les écoles maternelles de la vallée, il ne se produit pas un excès de nouveauté pour un enfant entrant en première année, comme cela se fait dans les écoles maternelles et primaires, caron y atteint un processus de continuité. En conclusion, un modèle d'enseignement de la langue, qui comprend la langue maternelle (de façon prédominante en ladin et de façon résiduelle en italien), la langue seconde (italien ou ladin) et la langue étrangère (allemand), se justifie au plan de la diversité culturelle et ne présente pas de problèmes particuliers en termes psycholinguistiques. Au contraire, comme l'a démontré l'expérience dans de nombreux pays, un système complexe tel que celui proposé pour le Val di Fassa permet d'atteindre une maturité soit linguistique (qui se transfère également sur la qualité de la langue nationale, l'italien) soit cognitive qui, au point de vue du mécanisme psychodidactique, est connue sous le nom de «transfert» et se reflète dans l'éventail des disciplines enseignées, linguistiques ou autres. Le ladin et l'éducation linguistique L'enseignement de la langue s'insère dans le cadre de l'alphabétisation culturelle et plus précisément dans l'éducation linguistique, tel qu'elle est décrite dans les programmes ministériels de 1979 pour l'école secondaire, de 1985 pour l'école primaire et de 1995 dans les programmes provinciaux. L'éducation linguistique concerne, mais à des degrés divers, toutes les disciplines et activités et, en particulier, vise à faire acquérir à la fois à l'élève, comme un droit fondamental, l'usage du langage dans toute la variété de ses fonctions et de ses formes, afin d'assurer le développement des capacités critiques à l'égard de la réalité. L'homme se sert principalement de la langue pour organiser sa compréhension de la réalité et pour la communiquer, l'exprimer et l'interpréter. Avec la langue, l'homme enrichit son intérieur et l'ordre des données, clarifie et adapte l'instrument de la communication verbale. Avec celle-ci doivent être analysées les formes, les structures, la genèse et l'évolution historique, et doivent être également compris l'importance de la civilisation et tout ce qui évoque les expériences humaines, culturelles et sociales. L'éducation linguistique est poursuivie de manière spécifique dans les heures consacrées à l'enseignement de l'italien, du ladin et des langues étrangères. Dans le domaine de l'éducation linguistique, l'enseignement de l'italien et du ladin sont conçus pour répondre spécifiquement à la maîtrise dynamique de la langue. À côté de l'italien et du ladin, dont chacune peut être la langue première et la langue seconde dans la formation de chaque élève, deux langues étrangères sont enseignées. Elles ont la tâche de contribuer, en harmonie avec d'autres disciplines, à l'élargissement des capacités expressives et communicatives des élèves, notamment par l'élargissement des horizons culturels, sociaux et humains, rendu possible par le contact que permet la connaissance des langues étrangères avec une réalité historique et socioculturelle différente de l'italien et du ladin. |
Parte II
Programmi di lingua e cultura ladina per la scuola elementare La lingua ladina è sia oggetto di insegnamento sia strumento nell'insegnamento di altre aree disciplinari. a) Primo ciclo. Nel primo ciclo il ladino è insegnato per un'ora settimanale e viene usato per almeno una seconda ora settimanale per attività nell'area dei linguaggi (musicale, artistico o motorio, secondo moduli la cui organizzazione, durata ecc. è definita in sede di programmazione didattica). L'insegnamento può essere condotto in stretta collaborazione con il docente che ha la responsabilità per la stessa area, oppure dall'insegnante di modulo, purché bilingue e specializzato nei problemi di didattica del ladino. L' orario può essere definito in maniera flessibile nell'ambito della programmazione didattica, accorpando le attività in maniera differenziata in diversi periodi. In questo ciclo si mirerà essenzialmente a uniformare la competenza comunicativa degli alunni anche con l'introduzione graduale della scrittura in modo da accentuare quello che di comune c'è tra i sistemi grafici italiano e ladino. b) Secondo ciclo. Prosegue l'insegnamento del ladino per un'ora settimanale, con un passaggio dall'uso prevalentemente orale a quello scritto e ad una prima riflessione contrastiva tra le varie lingue. Inoltre, per almeno due ore settimanali (sulla base di una flessibile programmazione del collegio docenti), il ladino viene usato per affrontare temi di carattere sia antropologico sia scientifico, oltre che dell'area dei linguaggi, in modo da approfondire in una prospettiva centrata sul mondo ladino quanto viene proposto in italiano dal resto del modulo docente. Finalità L'apprendimento della lingua ladina si prefigge le seguenti finalità:
Obiettivi Le finalità formative del punto precedente sono ineludibili; la loro realizzazione in obiettivi tuttavia, per quanto espressa in termini prescrittivi nella presente sezione, va comunque adattata alle effettive situazioni locali, all'interno della programmazione degli organi collegiali e nel rispetto della libertà di insegnamento di ogni docente. Gli obiettivi non vengono qui elencati in termini di contenuti, ma di "saper fare" da raggiungere secondo itinerari da definire secondo le programmazioni di singoli insegnanti e del consiglio di classe. a) "saper fare" con il ladino: ciò significa che il ladino dovrebbe essere insegnato con una precisa finalizzazione comunicativa che consenta all'allievo di "fare", di agire nella società e di soddisfare i propri bisogni attraverso lo strumento linguistico. Alla fine della scuola elementare, il bambino dovrebbe essere in grado di assolvere, attraverso brevi esecuzioni linguistiche, alle principali funzioni del linguaggio:
b) "saper fare" lingua: visto che sia l'italiano sia il ladino sono lingua materna di parte del gruppo classe le abilità scritte verranno sviluppate parallelamente in italiano e ladino, ma, nei primi mesi, si punterà soprattutto sugli elementi comuni tra i due sistemi grafici. Nella comprensione, l'aspetto globale avrà la precedenza sulla comprensione di dettagli; nel dialogo e nel monologo l'efficacia comunicativa sarà ritenuta più rilevante che la correttezza formale, la quale verrà suggerita ma non sarà oggetto di lavoro lungo e totalizzante; c) competenza linguistica e comunicativa: la conoscenza delle principali regole che costituiscono la competenza linguistica (fonologia, morfo-sintassi, lessico, testualità) sarà una conoscenza operativa, cioè basata sulla capacità di uso, piuttosto che una conoscenza riflessa, basata sulla riflessione grammaticalistica. Il desiderio di completezza, di esaustività, non dovrà trovare soddisfazione nella scuola elementare, dove il bambino sarà portato a riflettere sulla lingua che effettivamente ha usato, anche se ciò significa lasciare scoperti alcuni aspetti: la scuola elementare infatti non è che il primo momento di uno studio linguistico che si estende per più anni. L'impianto teorico di descrizione linguistica e la relativa terminologia saranno coerenti tra italiano, tedesco e ladino, contribuendo in tal modo anche alla standardizzazione di quest'ultima lingua che è in corso in questi anni. Gli aspetti sociolinguistici saranno limitati ad una presa di coscienza del variare della lingua, sia attraverso la presentazione di diverse varietà del ladino nella valle e l'individuazione avrà differenze fondamentali, sia attraverso la riflessione sulla diversità dei registri; d) comprendere la cultura ladina, intesa sia come modo di vivere e come reticolo di valori e atteggiamenti, sia come retaggio culturale che si esprime in fatti sociali (feste, proprietà comune del bosco, ecc.), sia in fatti e testimonianze artistiche (dalla musica all'arte, dalla scultura alla danza), sia nella tradizione narrativa, poetica, ecc. Un cenno particolare verrà posto sull'evoluzione autonoma della cultura ladina rispetto a quelle vicine, accentuando sia le matrici comuni con la cultura italiana, derivata anche questa dal latino, sia con quella tedesca, che è da secoli a contatto con le valli ladine. Quanto alla pluralità del mondo ladino, il concetto di varietà culturale, così come quello di varietà linguistica visto sopra, assume particolare rilevanza, soprattutto in quanto il bambino della Val di Fassa deve comprendere che la sua è solo una delle realizzazioni della ladinità, e che le altre non sono né migliori o peggiori, ma solamente diverse; la provincia autonoma di Trento si colloca infatti in una prospettiva in cui la diversità culturale, purché non divenga ostacolo allo scambio, è una ricchezza e non una difficoltà. Indicazioni didattiche Per aiutare il bambino a raggiungere senza difficoltà il traguardo sopra annunciato, la scelta del metodo riveste una grande importanza. Sarà bene, perciò, che l'insegnante (che sarà uno specialista che insegna solo la lingua fino a quando non saranno adeguatamente formati insegnanti specializzati) programmi l'attività didattica tenendo conto di alcuni suggerimenti desunti dalle più valide esperienze in atto. Sequenza ottimale di acquisizione L'approccio alla lingua seconda rispetta sostanzialmente la sequenza comprensione assimilazione-produzione, ovviamente nei limiti in cui tale processo può realizzarsi nella scuola elementare. Si è osservato,
soprattutto nei bambini più piccoli e all'inizio dello studio di
una lingua seconda, un periodo di latenza linguistica: il
bambino comprende ma non tenta la produzione autonoma. Tale
periodo può durare anche mesi e non va violato con forti
pressioni alla produzione, soprattutto nel primo ciclo; esso va
piuttosto superato attraverso l'uso della ripetizione e della
drammatizzazione corali, attraverso un'azione di aumento
dell'auto-stima, attraverso giochi talmente motivanti da far sì
che il desiderio di giocare sia superiore al timore di usare la
lingua seconda. È necessario che inizialmente l'attività didattica si svolga in forma orale, sviluppando nell'alunno la capacità di comprendere i messaggi e di rispondere ad essi in maniera adeguata. Successivamente
ci si potrà avvalere, con opportuna gradualità, anche di
materiali che propongano all'alunno esempi molto semplici di
ladino scritto, attivando in lui la consapevolezza delle
diversità esistenti tra il codice orale e quello scritto. Sin dall'inizio si utilizzeranno cartelloni, disegni, maschere, burattini e marionette, si organizzeranno giochi individuali e di gruppo per stimolare l'apprendimento naturale delle strutture fonologiche, lessicali e morfosintattiche del ladino e per stimolare ad un uso creativo della lingua. Il gioco non dovrà essere inteso solo come ricorso ai giochi, ma come un atteggiamento di fondo, continuo: parlare in ladino tra due bambini di lingua madre italiana non ha senso se non si imposta tutto come un grande gioco tra le cui regole ce n'è una fissa: la lingua del gioco è il ladino. L'aderenza a una piena ludicità dovrà vedersi anche nel modo in cui si corregge l'inevitabile errore e nel modo in cui si affronta la grammatica ladina. Dall'uso alla riflessione sul ladino Attraverso attività motivanti, il bambino è aiutato ad acquisire e ad usare il lessico con una certa libertà di variazione all'interno di facili strutture fisse. In un secondo tempo, l'alunno sarà avviato a eseguire alcune semplici riflessioni linguistiche in situazioni di contrasto o analogia fra l'italiano e il ladino.
Particolarmente importante, sotto questo
profilo, sarà l'acquisizione di un considerevole patrimonio
lessicale, scoperto e riutilizzato in situazioni significative
attraverso l'ascolto, la conversazione, l'associazione
audiovisiva (immagine - parola - frase), l'apprendimento di modi
di dire, di filastrocche e di canzoni. Il ricorso ad alcuni
sussidi ormai ampiamente diffusi, come il registratore audio e
le videocassette, agevolerà il compito dell'insegnante in questo
settore. L'organizzazione scolastica è parte essenziale dell'insegnamento del ladino. Essa ha tre aspetti: a) organizzazione logistica: i bambini hanno bisogno di associare l'uso di una lingua diversa dalla solita a persone (l'insegnante) attività (certi giochi) e luoghi diversi dai soliti. Poiché in molte scuole è disponibile un'aula in più di quelle richieste dal numero delle classi, essa verrà attrezzata come aula di ladino. b) organizzazione dell'orario delle lezioni: poiché a parità di esposizione (ad esempio: due ore settimanali) il numero di incontri (ad esempio 3x40 minuti) è una variabile che incrementa la qualità e la gratuità dell'acquisizione linguistica, essa potrà essere tenuta in considerazione. Per garantire la collaborazione con i colleghi delle aree disciplinari in cui il ladino è lingua veicolare, la lezione di ladino e quelle dell'altra area dovrebbero essere consecutive; inoltre la distribuzione delle lezioni di ladino può variare, secondo un modulo flessibile, di periodo in periodo;
c) organizzazione dell'attività di
programmazione: essa deve essere tale da consentire
all'insegnante di ladino, che si raccorda con più moduli, di
essere davvero posto in grado di programmare accuratamente il
suo lavoro. Tale fase di programmazione coinvolgerà anche il
docente di italiano e quello di tedesco (cfr. sotto). Il raccordo tra i docenti dell'area linguistica è particolarmente stimolante in Val di Fassa dove, in prospettiva, tutti i docenti dovrebbero avere una conoscenza base del ladino, dell'italiano e del tedesco. Il raccordo tra i tre docenti è condizione necessaria per il buon esito dell'insegnamento del ladino, ed è un buon contributo ad un incremento qualitativo della sensibilità linguistica in italiano.
Le esperienze di analisi comparativa tra
alcuni sistemi linguistici basilari (quali ad esempio i pronomi
personali soggetto, il sistema dei numeri e dei generi, ecc.)
saranno particolarmente interessanti in queste scuole, perché la
presenza di due lingue locali (italiano e ladino, assimilate in
molti casi fin dalla scuola materna) e del tedesco, per quanto
ancora in fase di acquisizione, consentono molte riflessioni
sulla natura del linguaggio, da un lato, e sulle similarità e
differenze tra le lingue europee, dall'altro. Per favorire un raccordo tra scuola elementare e media si possono effettuare varie iniziative:
Esami di licenza L'esame di licenza della scuola elementare includerà, nel colloquio, riferimenti alla cultura ladina e potrà prevedere anche l'interazione orale e la lettura in lingua ladina in relazione al percorso di alfabetizzazione ladina seguito dai singoli alunni, risultante dalle schede di valutazione. |
Programmes de langue et de culture
ladines pour l'école primaire La langue ladine est à la fois un objet et un instrument d'enseignement dans l'enseignement des autres disciplines. a) Premier cycle Dans le premier cycle, le ladin n'est dispensé qu'une heure par semaine et est utilisé pour au moins une deuxième heure par semaine pour les activités dans le domaine du langage (musicale, artistique ou force motrice, selon les modules, dont l'organisation, la durée, etc., et définies dans le programme pédagogique). L'enseignement peut être dispensé en étroite collaboration avec l'enseignant qui a la responsabilité de la même région, ou par l'enseignant du module, à la condition qu'il soit bilingue et spécialisé dans les problèmes pédagogiques du ladin. L'horaire peut être définie avec souplesse dans le cadre des programmes pédagogiques en combinant les activités de différentes façons à différents moments. Dans ce cycle, on devra se concentrer principalement sur la standardisation des compétences en communication chez les étudiants avec l'introduction progressive de l'écriture afin de souligner les éléments communs entre les systèmes graphiques de l'italien et du ladin. b) Second cycle L'enseignement du ladin est poursuivi pendant une heure par semaine, avec un décalage de l'usage prédominant de l'oral vers l'écrit et une première réflexion comparative entre les différentes langues. En outre, pour au moins deux heures par semaine (sur la base d'une programmation souple du corps professoral), le ladin est utilisé pour traiter des questions à caractère à la fois scientifique et anthropologique, ainsi que le domaine du langage, afin d'approfondir dans une perspective centrée sur le monde ladin ce qui est proposé en italien dans le reste du module enseignant. But L'apprentissage de la langue ladine est destinée aux fins suivantes:
Objectifs Les objectifs de formation du point précédent sont incontournables; leur réalisation dans les objectifs, tels qu'ils sont décrits en termes prescriptifs dans cette section, doivent toutefois être adaptés à la réalité des situations locales au sein de la programmation des organismes collectifs et en respectant la liberté d'enseignement de chaque enseignant. Les objectifs ne sont pas énumérés ici en termes de contenu, mais de «savoir faire» pour atteindre en second lieu des itinéraires à définir en conformité avec les programmations d'enseignants particuliers et du conseil de classe. a) Le «savoir faire» avec le ladin : cela signifie que le ladin devrait être enseigné avec une mise au point spécifique de la communication qui permet à l'élève de «faire», d'agir dans la société et de satisfaire ses propres besoins grâce à la langue comme instrument. À la fin de l'école primaire, l'enfant doit être en mesure de mener à bien de brèves au moyen des principales fonctions du langage:
b) Le «savoir faire» linguistique : puisque l'italien et le ladin constituent la langue maternelle d'une partie d'une groupe de classe, les habiletés écrites sont développées parallèlement en italien et en ladin, mais dans les premiers mois, il conviendra de se concentrer principalement sur les points communs entre les deux systèmes graphiques. Dans la compréhension, l'aspect global a priorité sur la compréhension des détails; dans le dialogue et le monologue, l'efficacité de la communication est considérée comme plus pertinente que la correction formelle, ce qui est suggéré, mais ne fera pas l'objet de longs travaux comptabilisés. c) Compétence linguistique et en communication : la connaissance des principales règles qui constituent les compétences linguistiques (phonologie, morphosyntaxe, vocabulaire, textes) doit être une connaissance opérationnelle, c'est-à-dire basée sur la capacité d'utiliser les connaissances plutôt qu'une connaissance théorique basée sur la réflexion grammaticale. Le désir d'intégralité et d'exhaustivité ne devrait pas trouver satisfaction à l'école primaire où l'élève est porté à réfléchir sur la langue réellement utilisée, même si cela signifie d'abandonner certains aspects: l'école primaire n'est pas en effet ne constitue pas la première étape pour l'étude d'une langue qui s'étend sur plusieurs années. La description théorique du langage et la terminologie doivent être compatibles avec l'italien, l'allemand et le ladin, en contribuant ainsi à la normalisation de la dernière langue en cours de ces années. Les aspects sociolinguistiques doivent être limitées à une prise de conscience diversifiée de la langue, à la fois par la présentation des différentes variétés du ladin dans la vallée et l'identification des différences fondamentales par la réflexion sur la diversité des registres; d) Comprendre la culture ladine, comprise à la fois comme un mode de vie et comme un réseau de valeurs et d'attitudes, à la fois comme un patrimoine culturel qui s'exprime dans des activités sociales (fêtes, propriété commune de la forêt, etc.), dans les faits et les témoignages artistiques (de la musique à l'art, de la sculpture à la danse) et qui s'inscrit aussi dans la tradition de la fiction, de la poésie, etc. Une attention spéciale doit être portée sur le développement du ladin comme culture autonome et distincte des langues voisines, en soulignant à la fois les modèles communs avec la culture italienne, qu'il s'agisse également de celle dérivée du latin ou avec l'allemand qui a été pendant des siècles en contact avec les vallées ladines. Quant à la diversité du monde ladin, le concept de la diversité culturelle, ainsi que celle de la diversité linguistique mentionnée précédemment, est d'une importance particulière, d'autant plus que l'enfant du Val di Fassa doit comprendre que sa culture n'est qu'une des réalisations de la ladinité, et que les autres ne sont ni mieux ni pires, seulement différentes; et la province autonome de Trento est un élément dans une perspective dans laquelle la diversité culturelle, à condition que ne pas devenir obstacle aux échanges, ils ne deviennent pas des obstacles au commerce, est une richesse, non une difficulté. atout, pas un problème. Directives pédagogiques Pour aider l'enfant à atteindre facilement les objectifs mentionnés ci-dessus, le choix de la méthode revêt une grande importance. Il est bien par conséquent que l'enseignant (qui est un spécialiste qui enseigne seulement la langue jusqu'à ce que des enseignants spécialisés soient formés) planifie des activités pédagogiques en tenant compte des suggestions tirées de l'expérience la plus précieuse en acte. Séquence optimale d'acquisition L'approche de la langue seconde doit favoriser pour
l'essentiel l'acquisition de la séquence
compréhension-production dans la mesure où ce processus peut
être réalisé à l'école primaire. Rapport entre le ladin oral et le ladin écrit Il est nécessaire que l'enseignement se fasse d'abord sous
forme orale, en développant chez l'élève la capacité de
comprendre les messages et d'y répondre adéquatement. Dimension ludique: le jeu et les jeux didactiques Dès le début, il convient d'utiliser des affiches, des dessins, des masques et des marionnettes, et d'organiser des jeux individuels et collectifs pour stimuler l'apprentissage naturel des structures phonologiques, lexicales et morphosyntaxiques du ladin et pour stimuler un emploi créatif de la langue. Le jeu ne doit pas être interprété seulement comme un prétexte à jouer, mais comme une attitude fondamentale continuelle: parler le ladin entre deux enfants dont la langue maternelle italienne n'a pas de sens si un grand jeu n'est pas établi dont les règles ne constituent pas une fin: la langue du jeu doit être le ladin. Le soutien au caractère ludique doit également être vu comme une façon de corriger les erreurs inévitables dans la façon dont est traitée la grammaire ladine. Le recours à la réflexion sur le ladin Grâce à des activités motivantes, l'enfant est aidé à
acquérir et à utiliser le vocabulaire avec une certaine liberté
de variation à l'intérieur de structures fixes et faciles. Dans
une deuxième étape, l'élève commencer à effectuer quelques
réflexions linguistiques simples dans les situations de conflit
ou de similitude entre l'italien et le ladin. L'organisation scolaire est une partie essentielle de l'enseignement du ladin. Elle a trois aspects : a) L'organisation logistique : les enfants ont besoin d'associer l'emploi d'une autre langue que celle utilisée d'habitude par les personnes (les enseignants) responsables des activités (certains jeux) et dans des lieux habituels différents. Comme dans de nombreuses écoles une salle de classe est disponible en plus de celles requise pour le nombre de classes, elle sera équipée comme une salle de ladin. b) L'organisation des cours : parce que à égalité d'exposé (par exemple, deux heures par semaine) le nombre de rencontres (par exemple, 3 x 40 minutes) est une variable qui augmente la qualité et l'indépendance dans l'acquisition du langage, ce nombre peut être pris en considération. Pour assurer une collaboration avec des collègues dans des disciplines où la langue est le ladin, le cours de ladin et celui d'une autre discipline doivent être consécutifs; également, la répartition des classes de ladin peut varier, selon une forme souple d'une période à l'autre; c) L'organisation du programme : il doit être de nature à permettre à l'enseignant de ladin, qui s'inscrit dans plusieurs modules, d'être vraiment en mesure de planifier son travail avec soin. Cette phase de planification implique aussi l'enseignant de l'italien et de l'allemand (voir ci-dessous). Rapprochement des enseignants d'italien, de ladin et d'allemand Le rapprochement entre les professeurs langue est particulièrement stimulant dans le Val di Fassa, où, à l'avenir, tous les enseignants doivent posséder une connaissance de base du ladin, de l'italien et de l'allemand. Le rapprochement entre les trois types d'enseignants est
une condition nécessaire pour enseigner le ladin avec succès et
constitue une bonne contribution à l'amélioration de la qualité
de la sensibilité linguistique en italien. Le rapprochement entre l'école secondaire et l'école maternelle Pour favoriser un rapprochement entre l'école primaire et l'école secondaire, diverses initiatives peuvent être prises:
Examens de fin d'études L'examen de fins d'études primaires inclut, en entrevue, des références à la culture ladine et peut également comprendre l'interaction orale et écrite dans cette langue en relation au parcours d'une alphabétisation ladine suivie par chacun des élèves Laden et résultant des fiches d'évaluation. |
Parte III Programmi di
lingua e cultura ladina per la scuola media Nella scuola media il ladino è oggetto di insegnamento formale per un'ora settimanale e viene utilizzato come lingua veicolare per almeno due ore, secondo un progetto del consiglio di classe che coinvolga, nell'arco del triennio, il maggior numero di discipline, secondo un'organizzazione flessibile dell'orario di intervento del docente di ladino in rapporto agli altri ambiti disciplinari. Finalità L'insegnamento del ladino nella scuola media ha il compito di contribuire, in armonia con le altre discipline, ed in modo particolare con lo studio della lingua italiana e di quelle straniere, alla formazione di una cultura di base e allo sviluppo delle capacità di comprendere, di esprimersi e di comunicare degli alunni. Lo studio della lingua ladina in un'area bilingue si innesta con quanto già fatto nella scuola materna ed elementare e ne persegue la finalità: far sì che per ogni abitante della valle la lingua madre, sia questa il ladino o l'italiano, diventi solo una delle tante caratteristiche della personalità, non un ostacolo alla comunicazione, all'interazione, all'autorealizzazione. Procedendo ad un'analisi più dettagliata, si terrà presente che l'insegnamento della lingua ladina persegue le seguenti finalità: a) aiutare ed arricchire lo sviluppo cognitivo; nella scuola media ciò può avvenire attraverso:
b) essere in grado, alla fine della scuola media, di esprimersi e di comunicare indifferentemente nelle due lingue della valle senza trovare ostacoli significativi; c) avviare alla comprensione della pluralità culturale attraverso due processi antitetici ma paralleli:
d) avviare un processo di riflessione sulle strategie di apprendimento, in modo che l'allievo impari ad imparare la lingua e le lingue, cioè sia in grado di continuare permanentemente a perfezionare la propria competenza comunicativa in italiano e ladino e sia in grado di perfezionare la sua conoscenza delle lingue straniere e di apprenderne altre con maggiore facilità. Obiettivi Le finalità dell'insegnamento del ladino sono ineludibili; la loro realizzazione in obiettivi tuttavia per quanto espressa in termini prescrittivi nella presente sezione, va comunque adattata alle effettive situazioni locali, all'interno della programmazione degli organi collegiali e nel rispetto della libertà di insegnamento di ogni docente. Obiettivi generali Lo studio del ladino dovrebbe giungere a risultati precisi e concreti sul piano dell'uso linguistico e adeguati al livello di età degli allievi. Tali risultati sono misurabili in base all'effettivo possesso, da parte degli allievi, di abilità operative, ricettive e produttive, sia per quanto riguarda la lingua orale sia per quanto riguarda la lingua scritta e sono riferibili alla capacità di saper comprendere e produrre contesti significativi di lingua orale e di lingua scritta. Gli obiettivi
generali sopra evidenziati si realizzano in una serie di
obiettivi glottodidattici precisi, che rimandano a quelli già
perseguiti dagli allievi nella scuola elementare. Nella scuola media gli obiettivi della lingua ladina vengono proposti in maniera parallela a quelli della lingua italiana e straniera, per consentire, data l'omogeneità di impianto, un effettivo lavoro di raccordo con la scuola elementare e con la scuola superiore, e per consentire una piattaforma comune per la programmazione integrata tra i docenti di italiano, ladino, tedesco e seconda lingua straniera. Tale programmazione può avvenire seguendo le funzioni (cfr. lettera a), ad esempio focalizzando l'attenzione per un certo periodo nelle quattro lingue sul problema della referenzialità, dell'espressione personale, e così via, in altri momenti si può lavorare tutti insieme allo sviluppo di abilità di base, dal riassunto alla progettazione di testi, ecc. (cfr. lettera b); infine, quanto alle grammatiche illustrate alla lettera c, si offre la possibilità unica nella provincia autonoma di Trento di procedere ad analisi contrastive su quattro lingue, con un rafforzamento metalinguistico, metacomunicativo e cognitivo che apre potenzialità specifiche per gli studenti della valle. Gli obiettivi specifici dell'insegnamento del ladino nella scuola media sono i seguenti: a) saper fare con la lingua. La lingua verrà insegnata con una precisa finalizzazione comunicativa che consenta all'allievo di "fare", di agire nella società e di soddisfare i propri bisogni attraverso lo strumento linguistico. Alla fine della scuola media, lo studente dovrà essere in grado di assolvere alle principali funzioni del linguaggio:
b) saper fare lingua. Le abilità linguistiche che riceveranno maggiore attenzione e che avranno sempre priorità temporale, in ladino come nelle altre tre lingue, sono quelle audio-orali, (la comprensione, il dialogo, il monologo) anche se le abilità scritte assumeranno un ruolo via via maggiore per garantire alla fine della scuola dell'obbligo, la piena alfabetizzazione. Nella comprensione è opportuno che l'aspetto globale abbia la precedenza sulla comprensione di dettagli; nel dialogo e nel monologo (quest'ultimo dovrebbe essere di norma breve e solo occasionale) l'efficacia comunicativa sarà ritenuta più rilevante che la correttezza formale, la quale diverrà gradualmente un fattore integrante della misurazione e della valutazione. Nella produzione, la fase di progettazione dei testi orali o scritti è altrettanto importante quanto la realizzazione linguistica; la coesione e la coerenza dei testi prodotti sono rilevanti quanto la correttezza formale e la ricchezza lessicale in termini di misurazione e valutazione. Nell'attività dialogica si porrà particolare attenzione, oltre che all'efficacia comunicativa, anche alla appropriatezza sociolinguistica, insieme con la coerenza e la coesione tra le battute e alla correttezza formale; c) competenza linguistica e metalinguistica. La conoscenza delle principali regole che costituiscono la competenza linguistica (fonologia, morfo-sintassi, lessico, testualità) sarà una conoscenza operativa, cioè basata sulla capacità di uso, piuttosto che una conoscenza riflessa, basata sulla riflessione grammaticalistica. Si inizierà comunque un'attività di riflessione che potrà portare nel biennio della scuola superiore ad una sistemazione più matura delle conoscenze formali sulla lingua ladina.
Sviluppo delle abilità linguistiche Si tratta di un processo integrato, soprattutto tra ladino e italiano, ma fortemente in sintonia anche con le due lingue straniere. Oltre a rispettare sempre la priorità delle abilità audio-orali e di quelle di manipolazione (riassunto, parafrasi, raccolta di appunti essenziali per lo studio), verrà dato adeguato spazio alle abilità scritte, ma sempre in considerazione dell'effettivo uso che se ne fa nella Val di Fassa. All'espressione scritta si potrà comunque pervenire, in ladino come nelle altre lingue, dopo che siano stati accertati la comprensione e l'uso corretto dei modelli orali, senza peraltro accantonare o procrastinare l'uso dello scritto. Si utilizzeranno esercizi che consentano di adoperare la lingua in situazioni di comunicazione, ad esempio:
Riflessione sulla lingua La riflessione sulla lingua, senz'altro indispensabile, dovrebbe essere condotta partendo dall'uso concreto della lingua in un contesto e non da schemi grammaticali. È opportuno che tale riflessione comprenda sia gli aspetti morfologico-sintattici sia quelli semantico-comunicativi. La riflessione sulla lingua può offrire occasione anche per i necessari riferimenti culturali dato che la lingua è elemento rilevatore del contesto socio-culturale. Le possibili diverse impostazioni
dell'analisi linguistica richiedono che i docenti di
italiano e di ladino, nel consiglio di classe, raggiungano
una intesa sulla terminologia grammaticale da adottare. Tutti i docenti impegnati nell'insegnamento delle varie lingue concorrono ad un unico progetto di educazione linguistica. Essi dovranno perciò procedere ad una apposita programmazione integrata individuando dei processi linguistico-cognitivi comuni alle varie lingue, al di là della differente quantità di lingua padroneggiata dagli allievi in italiano, ladino e lingue straniere. Poiché il processo di riflessione sulla lingua e sulla comunicazione, che si realizza in maniera sempre più sistematica mano a mano che l'allievo progredisce nella scuola media, è comune alle varie lingue, le linee di fondo per l'analisi e la relativa terminologia saranno necessariamente comuni per i vari insegnanti. Particolarmente utili saranno esperienze di analisi comparativa tra le varie lingue. L'atteggiamento comparativo può essere presente in continuità, pur con brevi cenni o raffronti; oltre a tale costante impostazione, si potranno prevedere delle esperienze comparative che, di quando in quando, superino anche la divisione oraria tra le varie lingue. Si possono raffrontare sistemi linguistici (il repertorio dei fonemi, i pronomi personali, la struttura temporale dei verbi, ecc.) ma anche sociolinguistici, culturali, e così via. Quanto al rapporto con le altre discipline per le attività in cui il ladino è lingua veicolare, si attribuisce al consiglio di classe la possibilità di prevedere moduli flessibili; che implichino anche mutamenti d'orario temporanei per consentire la realizzazione delle attività stesse.
Per favorire un raccordo tra scuola elementare e media si consiglia di invitare, in primavera, allievi di quinta a seguire per alcuni giorni le lezioni, o alcune di esse, presso la prima media, in modo da venire a contatto con la logica organizzativa e culturale della loro futura scuola. In autunno poi, dopo che sono entrati nella media, gli allievi possono visitare le scuole elementari di provenienza per raccontare come sono le scuole medie, e in tal modo formalizzare le loro prime impressioni. Tali iniziative vanno concordate e programmate. Quanto allo specifico del ladino si prevederanno incontri in cui il docente delle elementari comunica al collega delle medie:
Il docente della scuola media, in quanto libero di scegliere la metodologia che ritiene più proficua al raggiungimento degli obiettivi, non è tenuto a far proprie quelle del collega che l'ha preceduto (ciò vale anche per cambi di docenti tra classe e classe della scuola media) ma dovrà aver cura di garantire un congruo periodo di raccordo, in modo che il ragazzo abbia il tempo di adattarsi alla nuova struttura della scuola media prima di dover riadattare le sue strategie e attività di acquisizione della lingua stessa.
L'esame di lingua ladina è parte
integrante del colloquio orale anche se potrà includere la
lettura di testi letterari o non, in ladino. Non si prevede
una prova scritta per non aumentare il numero delle stesse e
per non porre quindi un peso eccessivo sull'allievo. (1)
Vedi anche il d.p.g.p. 11 maggio 1998, n. 10-82/Leg. |
Programmes de langue
et de culture ladines pour l'école secondaire Dans l'enseignement secondaire, le ladin est enseigné une heure par semaine dans l'enseignement formel et est utilisé comme langue véhiculaire pendant au moins deux heures, selon un projet du conseil scolaire impliquant, au cours de trois ans, le plus grand nombre de disciplines, selon une organisation flexible de l'horaire pour faire intervenir l'enseignement du ladin en rapport avec les autres disciplines. But L'enseignement du ladin dans l'école secondaire a le devoir de contribuer, en harmonie avec d'autres disciplines, et en particulier à l'étude de l'italien et des langues étrangères, à la formation d'une culture de base et au développement de la capacité de comprendre, de s'exprimer et de communiquer avec les élèves. L'étude de la langue ladine dans un environnement bilingue se greffe avec ce qui a été fait à l'école maternelle et à l'école primaire, et poursuit cet objectif : faire en sorte que pour chaque habitant de la vallée, sa langue maternelle, que ce soit l'italien ou le ladin, devienne seulement l'une des nombreuses caractéristiques de la personnalité, non un obstacle à la communication, à l'interaction et à la réalisation de soi. En procédant à des analyses plus détaillées, il convient d'avoir à l'esprit que l'enseignement du ladin poursuit les objectifs suivants : a) À soutenir et renforcer le développement cognitif, lequel peut se faire à l'école secondaire par les moyens suivants:
b) Être en mesure, à la fin de l'école secondaire, de s'exprimer et de communiquer indifféremment dans les deux langues de la vallée, sans trouver d'obstacles significatifs; c) ) Établir une compréhension de la diversité culturelle à travers deux processus opposées, mais parallèles:
d) Engager un processus de réflexion sur les stratégies d'apprentissage, de sorte que l'élève apprend à acquérir la langue et les langues, qu'il est en mesure de continuer à améliorer en permanence ses compétences en communication en italien et en ladin, et qu'il est en mesure de perfectionner sa connaissance des langues étrangères et d'en apprendre plus facilement d'autres. Objectifs Les objectifs de l'enseignement du ladin sont incontournables; leur mise en œuvre dans les objectifs exprimée cependant en termes prescriptifs dans le présent paragraphe doit être adaptée à la réalité des situations locales, au sein de la programmation des instances publiques et en respectant la liberté de l'enseignement chaque enseignant. Objectifs généraux L'étude du ladin devrait parvenir à des résultats précis et concrets en termes d'utilisation de la langue et appropriés pour l'âge des élèves. Ces résultats sont mesurables sur la base d'une possession effective, de la part des élèves, des compétences opérationnelles, réceptives et productives, à la fois dans la langue orale et écrite, et qui se rapportent à la capacité de comprendre et de produire des contextes signifiants du code oral et écrit. Les objectifs généraux énoncés ci-dessus sont réalisés dans une série d'objectifs spécifiques en enseignement des langues, qui se réfèrent à ceux qui sont déjà poursuivis par les élèves à l'école primaire. Objectifs spécifiques À l'école secondaire les objectifs de la langue ladine sont proposés en parallèle à ceux de la langue italienne et des langues étrangères afin d'atteindre, compte tenu de l'homogénéité du système, un travail efficace de raccordement avec le primaire et le secondaire, et de permettre une plate-forme commune pour la planification intégrée entre les enseignants de l'italien, due ladin, de l'allemand et de la langue seconde. Les planifications peuvent être appuyées dans les fonctions (voir le paragraphe a), par exemple en se concentrant pendant un certain temps dans les quatre langues sur le problème référentiel, l'expression personnelle, et ainsi à d'autres moments il est possible de travailler collectivement pour développer des habiletés fondamentales, de l'abstraction à la conception des textes, etc. (voir le paragraphe b), et enfin, quant à la grammaire décrite au paragraphe c), il est offert une occasion unique dans la province autonome de Trento pour effectuer l'analyse contrastive en quatre langues, avec un renforcement métalinguistique, métacommunicatif et cognitif permettant des possibilités spécifiques pour les étudiants dans la vallée. Les objectifs spécifiques de l'enseignement du ladin à l'école secondaire sont les suivants : a) Le savoir faire avec la langue. La langue doit être enseignée avec une mise au point spécifique sur la communication permettant à l'élève de «faire», d'agir dans la société et de répondre à ses propres besoins grâce à l'instrument de la langue. À la fin de ses études, l'élève doit être en mesure d'effectuer les principales fonctions de la langue:
b) le savoir faire de la langue.
Les compétences linguistiques qui reçoivent plus d'attention et
ont toujours la priorité dans le temps, en ladin comme dans les
trois autres langues, sont l'audio-oral (compréhension,
dialogue, monologue), même si les habiletés d'écriture assument
progressivement un rôle plus important pour garantir à la fin de
la scolarité obligatoire la complète alphabétisation. Dans la
compréhension, il est approprié que, si l'aspect général
l'emporte sur la compréhension des détails dans le monologue et
le dialogue (il devrait être normalement plus court et seulement
de façon occasionnelle), l'efficacité de la communication doit
être considérée comme plus pertinente que la correction
formelle, qui progressivement devient un facteur essentiel dans
la mesure et l'évaluation. Dans la production, la conception de
textes oraux ou écrits est aussi important que la réalisation
linguistique; la cohésion et la cohérence des textes produits
sont importants, car ils assurent la régularité formelle et la
richesse lexicale en termes de mesure et d'évaluation. Dans les
activités dialogiques, il a lieu d'accorder une attention
particulière, ainsi qu'une communication efficace, y compris la
pertinence sociolinguistique, de même que la cohérence et la
cohésion entre les sujets débattus et l'exactitude formelle; Indications méthodologiques Développement des compétences linguistiques Il s'agit d'un processus intégré,
en particulier en italien et en ladin, mais aussi fortement
en harmonie avec les deux langues étrangères. En plus de
toujours respecter la priorité des compétences audio-orales
et celles assurant le maniement de la langue (résumé,
paraphrase, recueil de notes essentielles à l'étude), il
doit être dûment tenu compte des compétences en écriture,
mais toujours en vue de l'utilisation réelle qui en est
faite dans le Val di Fassa. Les exercices sont utilisés afin de qui permettre d'employer la langue en situation de communication, par exemple :
Réflexion sur la langue La réflexion sur la langue, sans doute indispensable, doit être réalisée à partir de l'emploi de la langue dans un contexte réel et non par des modèles grammaticaux. Il convient que cette réflexion comprenne à la fois des aspects morphosyntaxiques ainsi que sémantiques et communicatifs. La réflexion sur la langue peut également offrir une occasion pour les références culturelles nécessaires, car la langue est un élément révélateur du contexte socioculturel. Les diverses formulations possibles de l'analyse linguistique exigent que les enseignants de l'italien et du ladin, dans le conseil de classe, parviennent à un accord sur la terminologie grammaticale à adopter. Rapport entre l'enseignement du ladin, des autres langues et des autres disciplines Tous les enseignants impliqués dans l'enseignement des différentes langues doivent contribuer à un seul et même projet d'apprentissage linguistique. Il doivent donc procéder à un processus spécial intégré et individualisé dans des processus linguistico-cognitifs communs aux diverses langues, au-delà du nombre de langues maîtrisées par les élèves en italien, en ladin et dans les langues étrangères. Puisque le processus de réflexion sur la langue et la communication, qui se réalise de manière toujours plus systématique chez l'élève qui progresse dans un milieu scolaire, il existe dans les différentes langues des points communs pour les analyses, et la terminologie doit être nécessairement commune pour les différents enseignants. L'expérience est particulièrement utile pour l'analyse comparative entre les différentes langues. L'approche comparative peut être présente dans la continuité, même avec de brefs commentaires ou de brèves comparaisons; en plus de ce paramètre constant, il est possible de prévoir des expériences comparatives qui, de temps à autre, dépassent la division horaire entre les différentes langues. Il est aussi possible de comparer des systèmes linguistiques (répertoire des phonèmes, pronoms personnels, structure du temps des verbes, etc.), mais aussi des systèmes sociolinguistiques, culturels, etc. Quant à la relation avec d'autres disciplines pour les activités dans lesquelles la langue véhiculaire est le ladin, il est attribué au conseil de classe la possibilité de fournir des modèles flexibles, qui impliquent aussi des changements temporaires d'horaires afin de permettre la réalisation des activités pédagogiques. Rapport avec l'école primaire Pour favoriser un rapprochement entre l'école primaire et l'école secondaire un rapprochement entre l'école primaire et l'école secondaire , il est conseillé d'inviter au printemps des élèves de cinquième à suivre des cours pendant quelques jours, ou certains d'entre eux, à la première de l'école secondaire, à entrer en contact avec le genre organisationnel et culturel de leur future école. En automne, après leur entrée à l'école secondaire, les élèves peuvent visiter les écoles primaires d'où ils sont originaires pour raconter comment est l'école secondaire, et ainsi de manière à formuler leurs premières impressions. Ces initiatives doivent être convenues et planifiées. Pour ce qui est du cas spécifique du ladin, il convient de prévoir des rencontres dans lesquelles l'enseignant du primaire communique avec son collègue de l'école secondaire :
L'enseignant d'une école secondaire, comme il est libre de choisir la méthodologie qu'il juge la plus avantageuse à la réalisation des objectifs, n'est pas tenu de choisir celle des collègues qui l'ont précédé (cela s'applique également aux échanges d'enseignants entre les classes de l'école secondaire), mais il doit prendre soin d'assurer un délai raisonnable de raccordement, de sorte qu'il ait le temps de s'adapter à la nouvelle structure de l'école avant de devoir réajuster ses stratégies et ses activités pour l'acquisition de la langue elle-même. Examen de fin d'études secondaires L'examen de la langue ladine est une partie intégrante de la conversation orale, mais peut inclure la lecture de textes littéraires ou non en ladin. Il n'est pas prévu une épreuve écrite afin de ne pas augmenter le nombre de questions et de ne pas mettre un poids excessif sur l'élève. NOTES (1)
Voir aussi le décret du président de la Junte
provinciale du 11 mai 1998, no 10-82/Leg. |